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Pescara, 18/12/2025
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Data: 30/04/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Costi Servono almeno 10-12 miliardi. Il pacchetto di misure va dagli esodati alla revisione del tributo comunale. Tra le spese non rinviabili i fondi alla Cig e il finanziamento delle missioni di pace

ROMA Circa 10-12 di miliardi di esigenze immediate, già quantificabili in modo abbastanza preciso. E forse altrettanti per concretizzare alcune indicazioni che allo stato sono ancora vaghe, ma comunque non potranno essere a costo zero. È questa la lista della spesa del governo Letta: nel suo intervento il presidente del Consiglio non ha fatto riferimenti precisi alle coperture finanziarie, escludendo però che gli interventi ed in particolare la riduzione delle imposte possano essere fatte in deficit (cosa del resto praticamente impossibile anche per i vincoli europei).
La sospensione della rata Imu di giugno pone intanto un problema di cassa per i Comuni, che si vedono privare di un gettito già previsto nei propri bilanci: presumibilmente dunque si dovrà procedere a qualche forma di anticipazione. Il costo finale dell’intervento dipenderà naturalmente dalle scelte politiche: la cancellazione totale voluta dal Pdl renderebbe necessari 4 miliardi, il forte ampliamento dell’esenzione ipotizzato dal Pd circa 2,5.
L’eliminazione dell’aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva che scatterebbe a luglio porterà a regime un mancato gettito di 4,3 miliardi: per il solo semestre dell’anno servirebbe dunque la metà di questa cifra. Il potenziamento del fondo di garanzia, finalizzato ad assicurare il credito alle imprese, è cifrato nel documento dei saggi in 2 miliardi. Almeno un miliardo è necessario per rifinanziare gli ammortizzatori sociali in delega. Ci sono poi le missioni di pace all’estero, finanziate solo fino al 30 settembre: per completare la copertura sono richiesti circa 350 milioni. E qualche centinaio di milioni in più potrebbe essere il costo di due misure a cui il premier ha fatto riferimento: la proroga anche per il secondo semestre dell’anno dei precari della pubblica amministrazione e un qualche allentamento del patto di stabilità per gli enti locali. Letta ha parlato anche delle ristrutturazioni per il risparmio energetico: da luglio la detrazione scenderebbe al 36%: per mantenerla al livello del 55 (o 50) potrebbero essere necessari fino a 2 miliardi. Siamo quindi già a 10-12 miliardi, a seconda di come saranno modulati gli interventi.
Restano fuori due misure qualificanti annunciate ieri: la riduzione delle imposte sul lavoro (Irap e Irpef) e l’introduzione di un reddito minimo. Sono novità tutte da precisare, ma un intervento almeno visibile in questi due ambiti porterebbe il conto totale intorno ai venti miliardi. alla voce coperture per ora ci sono due misure studiate dal precedente governo: il taglio dei sussidi alle imprese e la revisione delle agevolazioni fiscali.

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