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Pescara, 18/12/2025
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30/04/2013
Il Centro
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Priorità al lavoro, sì al “reddito minimo” Nel pacchetto economico esodati, Cig, detassazione per i giovani assunti. Ma c’è il problema della copertura. Cancellare le Province subito la legge elettorale |
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MILANO Non è stato nei canoni “democristiani” il capitolo economico illustrato da Enrico Letta davanti alla Camera. Senza indugi il presidente del Consiglio ha annunciato l'immediata sospensione della rata di giugno dell'Imu sulla prima casa, in vista di una riforma complessiva, un impegno a evitare l'innalzamento dell'Iva a luglio e a trovare una soluzione definitiva per gli esodati e pure un’apertura al “reddito minimo” per le famiglie bisognose con figli. Obiettivi onerosi che Letta ha voluto far precedere da una premessa: affrontare «l'eccezionale emergenza» economica-sociale con il «linguaggio sovversivo della verità». «La prima verità è che la situazione economica dell'Italia è ancora grave» dice Letta, pur riconoscendo «il grande sforzo di risanamento» compiuto dal governo Monti. Ma ora occorre spingere sull'acceleratore della crescita. Anche sui tavoli europei ed internazionali. E qui che «l'Italia si impegnerà per individuare strategie per ravvivare la crescita, senza compromettere il processo necessario di risanamento della finanza pubblica». Ma, avverte Letta, «di solo risanamento l'Italia muore». Per il governo «la riduzione fiscale senza indebitamento sarà un obiettivo continuo e a tutto campo». Ancora difficile, però, individuare le coperture per gli impegni molto onerosi assunti da Letta: secondo le prime stime tra rifinanziamento della Cig, esodati, rinvio Iva e rata Imu si tratta di almeno una decina di miliardi di euro. Due le strade per trovare la copertura: chiudere l'accordo con la Svizzera e capitalizzare l'abbassamento dei tassi sui titoli pubblici considerando che un punto in meno vale circa 10 miliardi di euro. Lavoro. «La prima priorità del mio governo sarà la questione del lavoro. Solo con il lavoro si può uscire dall'impoverimento per una crescita non fine a se stessa ma in grado di portare benessere». Il premier parla di riduzione della tasse sul lavoro, in particolare su quello stabile e quello per i giovani neo assunti. «Aiuteremo - assicura - le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato, con defiscalizzazioni o con sostegni ai lavoratori con bassi salari, condizionati all'occupazione, in una politica generale di riduzione del costo del lavoro e del peso fiscale. Non bastano incentivi monetari». E, ancora, «semplificheremo e rafforzeremo l'apprendistato, che ha dato buoni risultati in paesi vicini» Un aiuto può venire da modifiche alla riforma del mercato del lavoro, varata dal governo Monti, che «riducano le restrizioni al contratto a termine, finchè dura l'emergenza economica». Esodati. «La comunità nazionale ha rotto un patto e la soluzione strutturale di questo tema è un impegno prioritario di questo governo», afferma Letta che indica anche tra gli interventi di urgenza il rifinanziamento delle Casse integrazioni in deroga, superamento del precariato anche nella pa. Iva. Il presidente del consiglio tocca anche il tema dell'aumento dell'Iva, previsto a luglio dal 21 al 22%: bisogna lavorare per arrivare ad una «rinuncia dell'inasprimento dell'Iva». E c'è spazio anche per un apertura sul reddito minimo: «Andranno migliorati gli ammortizzatori sociali, estendendoli a chi ne è privo a partire dai precari, e si potranno studiare forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli», ha detto il presidente del Consiglio.
Cancellare le Province subito la legge elettorale ROMA Articolato il “pacchetto riforme “ illustrato da Enrico Letta al Parlamento. Convenzione. Si tratta di un nuovo organismo che dovrebbe fin da subito lavorare alle riforme costituzionali e al percorso individuato dai saggi. 18 mesi di tempo: entro i quali «se non sarà avviato il lavoro - ha detto Letta - ne trarrò le conseguenze». Berlusconi si è candidato a guidarla ma difficilmente il PD potrà acconsentire. Sfumati gli ultimi incarichi, potrebbe essere la volta buona per Giuliano Amato. Riforma elettorale. Per il neopremier «non si entra nella terza repubblica se non si cambia la legge elettorale» legata a un nuovo assetto del Parlamento. Deve garantire stabilità ai governi e restituire legittimità ai suoi rappresentanti attraverso la scelta dei cittadini reintroducendo le preferenze o ancora meglio tornando al “Mattarellum” e a un sistema misto maggioritario - proporzionale. Bicameralismo. L'abbandono del bicameralismo perfetto affidando a una sola Camera il rapporto fiduciario con il governo e il Senato trasformato in una camera delle Regioni e delle autonomie, è l'obiettivo perseguito da sempre nelle ultime bozze di riforma. A questo si aggiunge la riduzione del numero complessivo dei parlamentari ritenuto eccessivo in proporzione agli elettori. Presidenzialismo. Il tema è tornato attuale recentemente quando per l'elezione del capo dello Stato i partiti sono entrati in stallo. L'elezione diretta è da sempre un pallino del centrodestra, ma i saggi non hanno ritenuto opportuno approfondire la proposta di riforma costituzionale che avrebbe la necessità di modifiche radicali della prima parte della Carta, con l'introduzione di forti contrappesi a un Presidente di parte. Via le Province. Rimandando anche al lavoro della Convezione istituzionale, Enrico Letta dice che «è necessario abolire subito le Province». La riduzione dei costi delle Stato passa poi per la valorizzazione dei Comuni e delle Regioni in un'ottica di alleanza e chiudendo la partita sul federalismo fiscale, rivedendo il rapporto tra centro e periferia.
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