PESCARA La Gtm ha ringraziato gli autisti che il Primo maggio, festa dei lavoratori, hanno scelto di lavorare e portare qualche soldo in più sulla busta paga. Ma il gesto non è piaciuto a qualche dipendente che, sulla bacheca delle comunicazioni sindacali, accanto alle comunicazioni ufficiali di alcune sigle sindacali, ha affisso nei giorni scorsi un volantino provocatorio, non firmato, in cui si prendono di mira «i parassiti che lavorano anche il primo maggio». Secca la replica di Giacomo Marinucci, vice presidente della Gtm: «Sinceramente, in qualità di amministratore di questa società, non accetto che un lavoratore venga trattato come "parassita" solo perché ha dato la possibilità alla sua azienda pubblica di svolgere a pieno il compito di servizio pubblico che serve a soddisfare le esigenze di tutti i cittadini». «I sindacati devono capire che i tempi sono cambiati», prosegue Marinucci, rispondendo così ai comunicati di Filt Cgil, Filt Cisl, Faisa e Ugl che ricordavano agli autisti che in base a un accordo del 1971 alla Gtm il servizio del primo maggio non è mai stato effettuato. «Devono fare uno sforzo per tutelare gli interessi dei lavoratori», aggiunge Marinucci, «ma anche dell'azienda dove il lavoratore presta il suo contributo, altrimenti il lavoratore sarà garantito in tutti i suoi privilegi, senza però più la sua azienda, che per i costi del lavoro elevati è diventata poco competitiva e perciò condannata a morte». Secondo l’amministratore delegato, il diritto dei dipendenti Gtm a festeggiare il primo maggio è legittimo. «Ma che differenza c’è», chiede, «tra un lavoratore Gtm e quello della Sangritana o dell’Arpa o delle ferrovie o dell'aeroporto? Sono tutti parassiti perché il giorno del primo maggio hanno lavorato?».