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Data: 05/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
«Senza scalo merci le imprese moriranno». Decisione contestata, Sel accusa la Regione e Di Giuseppantonio chiede un incontro con le Ferrovie

VASTO 9 Novembre 1863, viene inaugurata la linea ferroviaria del Vastese. Centocinquanta anni dopo, sono meno di 10 i treni che si fermano nello scalo Vasto-San Salvo e fatto ancora più grave le Ferrovie, ignorando le richieste degli industriali, hanno deciso di dismettere la linea merci. Offeso e indispettito il Vastese si ribella. Sel non ci sta e sale sulle barricate. « L'assessore regionale Giandomenico Morra quattro anni fa si impegnò personalmente a garantire la tutela della sezione merci di questo scalo e a favorire il prolungamento della linea ferrata fino in porto. Perché adesso non interviene?» chiede il consigliere provinciale, Gianni Mariotti ( Sel). «Non deve essere l'amministrazione comunale di San Salvo a chiedere un incontro con il ministro Lupi. Deve farlo la Regione che tanto ha promesso al Vastese», insiste l'esponente di Sinistra e Libertà che insieme ai compagni di partito Valfrido Adorate ed Emilio Di Cola organizzò nel 2009 attraverso internet un movimento in difesa dello scalo. Ora come allora Mariotti è pronto, se necessario, a rioccupare la stazione per bloccare una decisione che porterebbe alla morte delle industrie. La Provincia tenta anche un'altra carta. Ieri, il president, Enrico Di Giuseppantonio ha convocato Paolo Pallotta, responsabile della direttrice Adriatica di Rfi (Rete ferroviaria italiana). L' appuntamento è stato fissato per il 13 maggio. «La decisione di smantellare l'area adibita a scalo merci potrebbe avere conseguenze gravissime sulle dinamiche economiche delle aziende del Vastese», ricorda Di Giuseppantonio. «La scelta di dismettere i binari creerà uno scompenso non indifferente sul piano dei collegamenti in un'area industriale economicamente importante e che sta faticando per superare la crisi. E' una decisione che va in controtendenza con la richiesta, più volte invocata, di potenziare le infrastrutture strategiche, di cui la linea ferroviaria è parte integrante, per abbattere i costi del trasporto della produzione che pesano come macigni sulle piccole e medie aziende», sottolinea Di Giuseppantonio. L’amministrazione provinciale inviterà quindi i dirigenti delle Ferrovie a ripensare alla riorganizzazione della rete per scongiurare l'impatto devastante sull'economia del territorio che potrebbe derivare dallo smantellamento della linea ferrata.

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