«Giù le mani dal nostro mare, altrimento occupiamo la stazione». È la nuova, clamorosa minaccia della marineria, esasperata per tanti motivi, a cominciare dall'impossibilità di tornare in mare oggi, come avevano previsto e sperato i pescatori. Tutto è rimandato di una settimana, è praticamente certo che il giorno fatidico sarà il 12 maggio, esattamente a mezzanotte, 500 giorni tondi tondi dopo la chiusura ufficiale del porto da parte della Capitaneria, mille giorni da quando il canale non è più navigabile per i pescherecci più grandi. Fino a ieri mattina, c'era ancora qualcuno alla banchina Nord desideroso di uscire in mare, ma l'imboccatura non è ancora libera e transitabile in sicurezza perché i lavori della Sidra alla canaletta sono iniziati solo giovedì e in due giorni non si fa in tempo a riaprire il varco senza rischi per le imbarcazioni. Ed è un'altra beffa perché il problema della copertura assicurativa dei pescherecci era stato risolto. Così, dopo una riunione in Capitaneria, la marineria ha deciso di positicipare di una settimana la ripresa dell'attività, non senza annunciare la mobilitazione paventata un mese fa, quando occupò l'asse attrezzato, stavolta l'obiettivo è bloccare la stazione con un sit-in sui binari. «Scaduta l'ordinanza per il fermo straordinario causato da mancato dragaggio, - ha rivelato il presidente dell'associazione armatori Mimmo Grosso - i pescherecci delle altre marinerie ne approfittano per pescare nelle acque antistanti il porto di Pescara e siccome non c'è alcun impedimento cercano di sfruttare al massimo l'occasione. Questo non è accettabile e di questo parleremo domani con il comandante della Capitaneria Luciano Pozzolano». L'idea della marineria è appunto quella di «organizzare una protesta per salvaguardare il nostro tratto di mare. Se lunedì mattina vedremo imbarcazioni che pescano liberamente nelle nostre acque - sottolinea Grosso -andremo dritti alla stazione centrale e ci siederemo sui binari. Non è una minaccia al sistema né tantomeno un ricatto, ma è semplicemente un modo come un altro per tutelare un diritto che ci appartiene. Mi auguro vivamente che la Capitaneria di porto si attivi al più presto per evitare il peggio». Una patata rovente nelle mani del comandante Pozzolano, ma in realtà Grosso chiede che «si accelerino i tempi per interdire la pesca nelle nostre acque».