Ieri assemblea a Pescara presenti Paolucci Costantini e D’Alfonso
PESCARA Se Gianfranco Fini si tirerà indietro, come sembra, il tam-tam di questi giorni dice che sarà probabilmente lui, Daniele Toto, a prendere le redini del partito, di Fli.
Sarà lui il coordinatore nazionale di Futuro e libertà, il movimento nato dallo strappo con Berlusconi e dato quasi in estinzione dai sondaggi (sotto l'1%) dopo la débacle delle politiche. In Abruzzo, però, non sembra così. Lo si è capito anche ieri nell'assemblea regionale all'Aurum di Pescara: c’erano tutti gli eletti di Fli e molti big del centrosinistra, in testa l'ex sindaco pescarese Luciano D'Alfonso, il segretario regionale Pd Silvio Paolucci, il capogruppo Idv all’Emiciclo Carlo Costantini. Partiti assieme ai quali la pattuglia di Toto governa a Sulmona, Montesilvano, Spoltore, Avezzano. L'obiettivo dell'incontro era proprio questo,in vista dell'assemblea che l'8 maggio segnerà la svolta nel partito di Fini e, probabilmente, nel destino di Toto: capire quale nuova linea politica tracciare, con le conseguenti ricadute sul territorio.
«IL PDL E’ AUTOREFERENZIALE»
Classe 1972, imprenditore con laurea in Giurisprudenza, eletto alla Camera nella passata legislatura con il Pdl e dal 2010 coordinatore regionale di Fli, è lo stesso Toto a spiegare che i partner di oggi saranno probabilmente anche quelli di domani in Abruzzo, ad iniziare dal Pd e da D'Alfonso: «Il partito è sotto attacco mediatico, ma l'assemblea ha confermato che nei Comuni dove siamo alleati con i partiti storicamente antagonisti alla destra stiamo governando bene». Applausi da Paolucci e Costantini. Ma la luna di miele con la sinistra potrebbe essere messa in discussione dall'esito dell'assemblea nazionale. Conferma Toto: «Difficoltà potrebbero arrivare dall’eventuale passo indietro di Fini. Si potrebbero infatti creare le condizioni per una nuova aggregazione di destra». Ma Toto non smentisce la linea abruzzese e pensa ad una lista a sostegno alla candidatura D'Alfonso alle regionali. «Del resto, questo Pdl così autoreferenziale non ci ha mai chiamati al tavolo».