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Pescara, 18/12/2025
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Data: 05/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
«La fusione è inevitabile L’Abruzzo pesa poco». Il governatore Chiodi commenta l’ipotesi dell’unione con Marche e Molise. Ma i lettori bocciano L’Aquila come sede del capoluogo

La Macroregione Adriatica assommerebbe una popolazione di 3,1 milioni di abitanti, il Pil supererebbe i 75 miliardi. Logisticamente sarebbe una piattaforma ideale per i collegamenti tra medio Tirreno e costa dalmata. La sua costituzione cambierebbe anche la collocazione rispetto alla Ue. Oggi Abruzzo e Molise sono regioni «in transizione», le Marche sono nella fascia alta dei fondi strutturali.

PESCARA Il Piemonte si salda alla Valle d’Aosta e alla Liguria. Il Triveneto diventa una sola macroregione, e così pure le Marche con l’Abruzzo e Molise. L’ Umbria viene spartita tra Toscana e Lazio e la Basilicata tra Puglia e Campania. Era questa la nuova cartina dell’Italia secondo uno studio della Fondazione Agnelli presentato nel 1992: dodici regioni invece di 20, individuate sulla base della autosufficienza finanziaria e della capacità di fare da contenitore a progetti di sviluppo. Il risparmio stimato era di 22mila miliardi di lire. Con l’euro oggi, secondo le correnti tabelle di rivalutazione monetaria, potremmo attestarci tranquillamente su un risparmio di circa 18 miliardi di euro. A questo ormai antico studio pensa il governatore Gianni Chiodi commentando positivamente il progetto di legge al quale sta lavorando il deputato Pdl Paolo Tancredi: la Macroregione Adriatica Marche-Abruzzo-Molise. «L’aggregazione tra regioni è un percorso inevitabile, come l’accorpamento dei comuni», dice Chiodi, «e prima o poi si farà a livello nazionale. Perché le dimensioni contano per l’efficienza, l’economicità e il peso politico. Io ne sono stato sempre convinto. Per esempio quando ero sindaco di Teramo fui un sostenitore, anche se era una provocazione, della unione tra le province di Ascoli e di Teramo». Il vantaggio più interessante secondo Chiodi non è tanto nell’irrobustimento del Pil (insieme Marche.Abruzzo e Molise totalizzeranno un Prodotto interno lordo di 75 miliardi, molti di più dei 62 della Croazia, da luglio 28° membro della Ue), quanto la popolazione, un dato che conta molto, per esempio, nella ripartizione tra regioni del Fondo sanitario nazionale. «L’Abruzzo pesa il 2,2% della popolazione nazionale, troppo poco», dice il governatore, «finora però si è cincischiato in congressi e incontri, senza concludere nulla. Ma dobbiamo renderci conto che lo sviluppo non si fa per microsistemi». L’argomento però resta ostico per molti presidenti di Regione («ci sono sensibilità differenti», dice Chiodi, «anche se ora con questo progetto di macroregione del Nord qualcosa può cambiare»). L’Abruzzo sarà così, dice il governatore, «la prima Regione a presentare al Parlamento un atto ufficiale: il primo atto che mira a dare concretezza a questa idea. Recentemente ho parlato con il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni e lui mi ha detto che ci appoggerà fortemente (la Cisl ha appena avviato la fusione dei sindacati di Abruzzo e Molise, ndr). Giovedì ne parleremo con il ministro Gaetano Quagliariello. Certo, lui nella sua funzione di ministro delle Riforme istituzionali è interessato a un quadro più generale, ma cercheremo di sensibilizzarlo su questo tema».

Ma i lettori bocciano L’Aquila come sede del capoluogo

La reazione del popolo del web è in larga parte positiva. Dubbi sulla sede del potere amministrativo. E c’è chi invoca il referendum prima di prendere decisioni

PESCARA I lettori del Centro stanno accogliendo sostanzialmente bene la proposta di una Macroregione Marche-Abruzzo-Molise lanciata dal progetto di legge dal deputato del Pdl Paolo Tancredi (anticipata però da un convegno sulla “Marca Adriatica” che si tenne a Teramo due anni fa a cura dell’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso) . Il dubbio più forte dei lettori riguarda il capoluogo della macroregione. Tancredi, tirato un po’ per la giacchetta, ha detto nell’intervista di ieri che gli piacerebbe che fosse L’Aquila, ma ha specificato che secondo lui non deve essere questo il problema centrale. È però la cosa che fa più discutere. Per Dario De Leonardis «sarebbe insensato: Ancona e L’Aquila starebbero a guardare?» Pierluigi Carosella non è d’accordo che a decidere siano i politici «con pacchetti preconfezionati senza consultare le popolazioni. L' Europa unità si fa con i popoli e non in casa di un politico, ci vorrà un referendum per decidere unioni e capoluoghi». Angelo De Nicolais ritiene l’idea «interessante» ma aggiunge «come capoluogo bisogna scegliere una diversa città vista la lunghezza dell'area e la viabilità». Oreste Troncato è d’accordo con la proposta «ma per quando riguarda il capoluogo preferirei che fosse Ancona». Marco Saccoccia taglia corto: «A me non importa nulla di dove sia il capoluogo o quali regioni si uniscano, basta che ne vengano vantaggi! Smettetela di dire “e Ancona?” “e Pescara?” chi se ne importa! Tagliamo i costi di un sistema che fa schifo semplificandolo, ben venga la macroregione!» Luis Briano è «pienamente d'accordo con questa idea...ma L'Aquila come capoluogo assolutamente no... Ancona o Pescara ...ma ottima idea». A Chiara Guidonimi «sembra una buona idea...per quanto riguarda il capoluogo se ne può discutere». Veronica Mauritti si preoccupa però del futuro delle Marche che «come ricchezza e produttività sono quasi alla pari del Triveneto».

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