Gli addetti ai lavori lo chiamano «maneggio di denaro» e in realtà nasconde u n'altra parola, indennità, per la quale si consumano fiumi di inchiostro e intere giornate di serrati confronti sindacali che, se si monetizzassero, da soli basterebbero ad assorbire un po' di chilometri destinati per finanziare ilo trasporto pubblico. Anche Bari, se tutto va bene, avrà gli autisti-controllori. Dopo il nuovo contratto siglato al ministero del Lavoro con le organizzazioni di trasporto (Asstra e Anav) , è in arrivo una piccola rivoluzione nel trasporto pubblico barese. Apparentemente potrebbe sembrare una cosa insignificante, in realtà è destinata a mutare decenni di (cattive) abitudini: chi prende il bus non salirà più dalla porta posteriore o centrale, ma dalla sola porta anteriore. Una novità che in realtà è destinata a contrastare il dilagante fenomeno dei «portoghesi», cioè coloro che usano i mezzi pubblici senza pagare il biglietto. Bari, a dire il vero, è in buona compagnia visto che una recente indagine ha rivelato come il fenomeno sia nazionale: le statistiche dimostrano, infatti, che il tasso di chi fa il «portoghese» sui bus è altissimo, il 19,3% dei circa 15 milioni di italiani che prendono giornalmente l'autobus, vale a dire almeno uno su cinque. L'accordo prevede invece che sia il conducente a fare anche da controllore, facendo salire i passeggeri solo dalla porta anteriore e costringendo tutti a munirsi del biglietto o pagare un sovrapprezzo anche di 50 centesimi sul ticket. Il lungo braccio della lotta all'evasione arriva dunque anche al trasporto pubblico locale, rispondendo ad un criterio di efficienza e garantendo agli autisti un compenso aggiuntivo. Quanto, si vedrà nel corso dei negoziati sindacali che si apriranno anche per l'Amtab nelle prossime settimane: un confronto che vedrà sul piatto un ulteriore reclutamento di autisti per far fronte alle esigenze dell'azienda di trasporto barese alle prese con una quotidianità sempre più segnata dalla cronaca. A Bari, c'è il malvezzo di viaggiare senza biglietto anche se tale «moda» sta progressivamente svanendo grazie a una campagna massiccia di controlli avviata dall'azienda di trasporto, ma soprattutto grazie all'intensa di collaborazione siglata con le forze dell'ordine e ormai avviata da circa un mese: in alcuni orari - soprattutto la sera - e su determinate linee i controllori sono in qualche modo assistiti dal personale delle forze di polizia che sovrintende al regolare svolgimento dell'attività. Le ripetute aggressioni denunciate negli ultimi tempi ai danni dei conducenti, hanno spinto l'Am tab a correre ai ripari coinvolgendo anche i rappresentanti della forza pubblica. E vediamo qualche numero. Pur se i dati dei biglietti appaiono in calo nei primi quattro mesi, in realtà nelle ultime settimane le rivendite hanno registrato un picco di acquisti: segno che i controlli, e il successivo passaparola a bordo dei bus, ha in qualche modo spinto i «portoghesi» ad abbandonare un vecchio modo di fare e rispettare le regole. Nonostante un calo, nei primi quattro mesi di quest'anno sono stati venduti oltre un milione e 112mila biglietti (per 1 milione e 847 mila euro di incasso) cui si sono sommati i 3.463 verbali fatti ai danni di altrettante persone sorprese senza biglietto. Una curiosità: nei primi due mesi, su un certo numero di verbali emessi, quelli pagati non superavano il 10-15%; riscontrando il dato dei primi 4 mesi (al 24 aprile) si scopre che su 3.463 verbali, ne sono stati incassati 2.346. «Alcuni pagano direttamente anche a bordo del bus - precisa il presidente Tobia Binetti - e comunque registriamo un'inversione di tendenza rispetto al passato». Tornando alla novità, come tutti i cambi di abitudini indubbiamente arrecherà non pochi problemi. Perché, se in alcune città del Nord, o a Londra o persino a Malta, la gente resta in coda alla fermata e sale sul bus - dalla porta anteriore esibendo la tessera, validando il biglietto o acquistandolo dal conducente con un sovrapprezzo - è pur vero che potrà verificarsi qualche inevitabile ritardo. Si tratterà, comunque di «tarare» la macchina organizzativa e informare preventivamente i cittadini sulla bontà di tale scelta che dovrebbe giovare alle casse pubbliche, nelle quali confluiscono sempre meno risorse. Ma al tempo stesso potrebbero (condizionale d'obbligo) giovarsi gli stessi cittadini contando su mezzi più efficienti. C'è chi si aspetta che la risposta potrebbe essere quella iniziale riservata al «Park & ride» nel lontano 2004: ritenuto inutile, adesso è utilizzato da migliaia di persone ogni giorno.