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Data: 06/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Berlusconi: via l’Imu o non ci sarà fiducia. Il ministro Zanonato: servono due miliardi, non è tantissimo

ROMA Se non cancella l’Imu il governo Letta va a casa. Berlusconi non allenta la pressione sull’esecutivo che sostiene, ricordando che l’abrogazione dell’imposta è decisiva per la sua sopravvivenza. I grillini si dicono disposti a votare un decreto sulla sospensione dell’Imu a giugno, ma con limiti di reddito. Il governo, impegnato nella ricerca della copertura finanziaria, si riunirà giovedì: servono 2-3 miliardi per «coprire» la sospensione della prima rata di giugno. Berlusconi dunque insiste nel ricordare che è lui l’azionista di riferimento più forte: l’abrogazione dell’Imu è una questione centrale «ma non per puntiglio - spiega in un’intervista a Rete 4 - è cosa buona e giusta non pagare l’Imu a giugno. L’Imu produce negatività nelle famiglie che hanno incertezza sul loro futuro e consumano meno». Ma Berlusconi tiene caldo anche il fronte della restituzione. «Sarebbe un atto riparatore da parte dello Stato, una riappacificazione dello Stato con i cittadini, il segno che lo Stato riconosce aver sbagliato». Eppure era stato il suo governo ad aver varato l’Imu, attuata poi dall’esecutivo Monti. Di fronte alle perplessità dei sindacati sulla priorità da affrontare (ad esempio le tasse sul lavoro), il Pdl schiera il presidente dei suoi deputati, Renato Brunetta: nessuna distinzione di reddito, dice, «l’abolizione dell’Imu deve essere per tutti, senza nessun limite e nessuna distinzione tra i redditi». Ma dal Pd i segnali che giungono sono di perplessità e freddezza. Il deputato democratico Misiani dice che gli italiani hanno bisogno «di fatti concreti: la priorità è rifinanziare la cassa integrazione in deroga e bloccare l’Iva» e non di «toni ricattatori». Anche per il vice ministro all’Economia, Stefano Fassina il problema è chiedere all’Europa altri due anni di deficit oltre il 3% e di allentare l’austerità. Attorno all’ipotesi della sospensione per decreto della rata di giugno dell’imposta sugli immobili, si profila un ampio consenso parlamentare. Oltre alla maggioranza, potrebbe arrivare il voto favorevole del M5S con alcune condizioni, spiega il presidente dei senatori Vito Crimi: «Deve essere non un sì orizzontale, altrimenti favoriremmo chi ha casa e redditi elevati. Invece deve essere garantito a soglie di reddito basse con un limite». Dunque per i grillini il sì al decreto deve essere legato all’equilibrio rispetto ai redditi. In caso di taglio indiscriminato «toglieremmo respiro ai Comuni che quella tassa aspettano». Per questo la contribuzione «deve essere progressiva rispetto ai propri redditi». Giovedì il consiglio dei ministri dovrebbe varare l’atteso decreto. La copertura, spiega il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato (Pd), ha bisogno di due miliardi «e c’è un lavoro per recuperarli. Non è tantissimo, il bilancio dello Stato è 800 miliardi». L’invito del ministro è dunque quello di andare avanti anche se non si esclude di diluire la manovra in due tempi, con la prima parte interamente dedicata a casa e rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, per complessivi tre miliardi. Per sterilizzare l’Iva si attenderà. Ma l’incertezza sull’Imu regna sovrana. I primi ad essere preoccupati sono i sindaci alle prese con i bilanci e con la prospettiva di mancati introiti da utilizzare per i servizi ai cittadini. Con lo stop alla prima rata Imu, ad esempio a Roma mancheranno 282,7 milioni, a Torino 85,2, a Milano 69,8. Con il rischio che le amministrazioni possano rifarsi con le addizionali Irpef. Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, rassicura comunque i primi cittadini: «Le preoccupazioni dei sindaci sono giustificate, ma assicuriamo la compensazione dell’Imu». Baretta precisa che «capire da dove verranno prese le risorse è il problema di questi giorni. Le risorse da trovare sono un miliardo e mezzo per la cassa integrazione, inoltre serviranno tra due e tre miliardi per la sospensione dell’Imu e sullo sfondo vediamo l’aumento dell’Iva». Ma i Comuni saranno comunque «compensati», assicura.

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