ROMA Due ganasce che si restringono a formare una tenaglia, fino a togliere ossigeno e perfino speranza. Almeno per l’immediato futuro. Da una parte la disoccupazione, destinata sfondare il tetto del 12%; dall’altra la cassa integrazione che lievita. Comunque due facce della stessa medaglia, tutt’altro che incoraggiante, coniata da Istat e Inps.
Il nostro istituto di statistica conferma «segnali di debolezza» del mercato del lavoro che fanno prevedere per il 2013 un tasso di disoccupazione all’11,9% (+1,2% rispetto al 2012) che salirà al 12,3% alla fine del prossimo anno. Nel rapporto «Le prospettive per l’economia italiana nel 2013/2014» l’Istat vede un calo del nostro prodotto interno lordo pari all’1,4% in termini reali. Ma il 2014 dovrebbe poter far registrare una inversione del trend, favorito prevalentemente dalla ripresa della domanda interna che dovrebbe produrre una crescita dello 0,7% del Pil.
Ma, in attesa del tanto agognato giro di boa, le famiglie saranno costrette a stringere ulteriormente la cinta. L’Istat prevede un taglio della spesa nell’ordine dell’1,6% nel 2013 come effetto della riduzione del reddito disponibile. «Ed anche - aggiunge l’istituto - per l’elevato clima di incertezza percepito dai consumatori». Il 2014, per fortuna, dovrebbe portare una «lieve ripresa» della spesa privata per i consumi (+0,4%), comunque inferiore all’aumento del Pil. Potrà essere di aiuto anche il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso i creditori attraverso una immissione di liquidità nel sistema economico che dovrebbe alimentare i consumi.
L’INPS
L’altra ganascia della tenaglia è rappresentata dalla cassa integrazione. In questo caso è l’Inps a denunciare la crescente sofferenza di questo ammortizzatori sociale. Si impennano le richieste di intervento, calano le risorse disponibili. Ad aprile, secondo l’ente di previdenza, le ore autorizzate sono state 100 milioni, con un aumento del 3,1% rispetto al precedente mese di marzo (97 milioni) e del 16,05% rispetto ad aprile dello scorso anno (86,1 milioni). La cig straordinaria in un anno è quasi raddoppiata: 57,5 milioni di ore, +92,2%. Gli interventi per la cassa ordinaria sono passati da 34,0 milioni di ore di marzo ai 35,7 di aprile, con un aumento del 4,9%, ma addirittura del 30,9% sull’anno. L’incremento è da attribuire in uguale misura alle autorizzazioni riguardanti il settore industriale e quello edile con aumenti rispettivamente del 30,3% e del 32,8%. La cassa straordinaria registra una impennata del 33,4% rispetto a marzo e del 92,2% su aprile dell’anno scorso.
Precipita invece il ricorso alla cassa in deroga: sia rispetto al mese precedente che sull’anno. Le ore autorizzate in aprile (6,8 milioni) si sono ridotte del 65,7% su marzo e del 76,5% rispetto ad aprile del 2012. Ma si tratta di numeri fasulli.
Più precisamente, non sono il segnale di una riacquistata salute da parte di migliaia di piccole e medie imprese. Tutt’altro. «Il dato - avverte il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua - richiede una spiegazione: il calo delle autorizzazioni è solo apparentemente in controtendenza rispetto all’aumento di cig ordinaria e straordinaria, ed è dovuto sostanzialmente ai noti problemi di finanziamento dello strumento».
Drammaticamente semplice: i soldi per la cassa integrazione in deroga sono finiti.