Iscriviti OnLine
 

Pescara, 18/12/2025
Visitatore n. 750.317



Data: 07/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Cialente riconsegna la fascia se non arrivano i soldi, va via. Sindaco e assessori pronti a dimettersi entro quindici giorni

Con la rimozione del tricolore da tutti gli edifici del Comune dell’Aquila e la riconsegna della fascia di sindaco al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (un autista l’ha portata a Roma e consegnata alla portineria del Quirinale), Massimo Cialente ha avviato la resistenza civile al Governo per la mancata erogazione dei fondi spettanti al capoluogo. «Speriamo che lo Stato capisca, Giorgio Napolitano è l’unica persona in cui nutro fiducia in questo momento», l’ultimo appello del sindaco. Se nei prossimi quindici giorni lo Stato non sbloccherà i soldi stanziati, la giunta si dimetterà. «Venga lo Stato a ricostruire L’Aquila!» esordisce così il sindaco, invitando i cittadini a sostenerlo nella battaglia contro l’indifferenza del Governo. Quando ieri mattina in Comune si è rilevato che non erano stati accreditati i 250 milioni di euro deliberati dal Cipe e fermi da più di quattro mesi, il sindaco ha convocato gli stati generali. Riuniti giunta e giornalisti in una concitata conferenza stampa, Cialente ha vomitato cifre e rabbia. «Da ottobre il Comune ha le casse vuote - ha dichiarato il primo cittadino -, a causa di questa mancanza di denaro sono stati sospesi circa duemila progetti già approvati e i lavori dei cantieri con il contributo diretto. Questa condizione di limbo riguarda oltre 300 condomini e 60 aggregati per i quali i sal (stato di avanzamento lavori) non sono liquidabili». Al conto del denaro che non torna, si aggiungono i 26 milioni di euro del contributo straordinario delle ultime due annualità che non è stato ancora erogato. «Un capitolo finanziario in bilancio, di cui però non si dispone, mette in crisi anche la più oculata gestione della cosa pubblica» ha detto l’assessore al Bilancio, Lelio De Santis. «Lo Stato ha abbandonato L’Aquila - ha urlato Cialente -. Non farò più l’omertoso cuscinetto tra Stato e cittadini perché il Governo non comprende che l’emergenza non è finita, dall’altra parte i cittadini non sono più disposti a capire i ritardi e la disattenzione dello Stato stesso». La giunta ha appoggiato la denuncia del primo cittadino, il quale ha dichiarato che non è arrivato ancora un euro della delibera Cipe n.135 del dicembre del 2012. Il provvedimento ha destinato al Comune dell’Aquila, per competenza, 985 milioni di euro. La disponibilità di cassa di questo stanziamento non è stata ancora erogata, nonostante le ripetute sollecitazioni degli ultimi quattro mesi. Sebbene il sindaco parli di inefficienza burocratica come causa del problema, si rileva anche una volontà politica avversa, quando si parla di abbandono dello Stato. Sebbene il governo di oggi sia composto da amici e colleghi politici di Cialente, le difficoltà per sbloccare la situazione per il sindaco rimangono: «Mi guardano con sospetto, quasi scocciati, quando vado a Roma a sollecitare i pagamenti». Nel parlare genericamente di Governo (non si comprende se Berlusconi, Monti o Letta), il sindaco rimarca la mancanza di attenzione, che definisce con l’inglese «care», e la sottovalutazione dell’Aquila come problema nazionale. La grave condizione strutturale, ma soprattutto sociale, è stata stigmatizzata al sindaco anche dal ministro ai Beni Culturali Massimo Bray, intervenuto nel fine settimana al raduno nazionale degli storici dell’arte fatto nel centro storico.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it