PESCARA Mentre l’Abruzzo progetta la fusione con Marche e Molise per dar vita alla Macroregione adriatica, al Molise strizza l’occhio la provincia di Foggia sognando la Moldaunia. Dopo anni di battaglie da parte dei promotori del progetto che prevede l’aggregazione dei territori molisani con la Daunia, è ora arrivato un primo via libera: la commissione paritetica provinciale di Foggia ha riconosciuto l’ammissibilità del referendum. Pareri favorevoli alla nascita della nuova regione sono già stati espressi dalla maggior parte dei Consigli comunali della Capitanata, che vorrebbero sganciarsi dal «Bari-centrismo» dell’amministrazione regionale. La Moldaunia, in base al progetto lanciato da Gennaro Amodeo, avrebbe un’estensione territoriale di 11.622 chilometri quadrati e una popolazione complessiva di un milione di abitanti. Unirebbe territori legati da affinità etnico-culturali e socio-economiche cementate in quattro secoli di transumanza e aumenterebbe il peso politico sia del Molise sia della Daunia, che si ritiene pesantemente penalizzata, sotto il profilo economico, dagli interessi accentratori del capoluogo regionale pugliese. Il Molise per ora tace. Anche se, in un recente passato, le voci di possibili fusioni erano state liquidate dai rappresentanti delle istituzioni con un perentorio: «La nostra autonomia non si tocca». Al Molise guarda anche il progetto di legge annunciato dal parlamentare teramano del Pd Paolo Tancredi, che punta a riunire Abruzzo, Marche e appunto Molise in un’unica Macroregione adriatica, con oltre tre milioni di abitanti e un Pil di 75 miliardi di euro, capace di reggere il confronto con le grandi regioni italiane ed europee come la Lombardia, la Baviera e la Catalogna. Tancredi ha dichiarato che vedrebbe bene L’Aquila come capoluogo del nuovo ente territoriale. «Prima di scegliere la città capoluogo ideale, sarebbe opportuno individuare strumenti legislativi veloci per attivare il processo costituzionale di accorpamento delle tre regioni adriatiche», afferma Paolo Palomba, consigliere regionale di Centro Democratico. Intervenendo sull’ipotesi di riunire le tre regioni adriatiche, Palomba sottolinea che l’iter «è laborioso e lungo» e per questo il consigliere ritiene indispensabile «snellire le procedure con strumenti legislativi veloci». La riunificazione a suo avviso «è fondamentale per la competitività delle regioni interessate dal progetto» e anche per diminuire la spesa pubblica. «Oggi ai cittadini si chiedono enormi sacrifici per via della crisi economica - afferma Palomba -. Riunificando le tre regioni avremmo un solo Consiglio regionale, una sola Giunta, una sola presidenza, la riduzione drastica del numero di consiglieri e assessori ma anche una omogeneità legislativa. In sostanza - conclude l’esponente di Centro Democratico - la Macroregione adriatica, in un momento di crisi generale, rappresenta una grande realtà in grado di essere competitiva sia in Italia sia in Europa». Il progetto ha ricevuto nei giorni scorsi la benedizione del governatore dell’Abruzzo. Intervenendo a Vasto al congresso regionale della Cisl, Gianni Chiodi si è detto favorevole alla fusione: «L’aggregazione tra regioni - ha dichiarato - è un percorso inevitabile».