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Data: 08/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Sistema (gruppo Arpa), da società in utile a carrozzone. L’ennesimo rinvio del consiglio regionale allunga l’elenco dei mancati tagli: dai consorzi alle società di trasporto

«Prima hanno trasformato Sistema in un carrozzone ed ora vogliono far pagare il conto del loro disastro ai lavoratori mettendo in vendita la società senza alcuna garanzia occupazionale». Il capogruppo del Pd D'Alessandro ha commentato così la situazione della società che si accupa per Arpa dei servizi a terra e delle biglietterie. « Innanzitutto va rimossa la causa di questa situazione, cioè il Consiglio di Amministrazione. Poi va bloccata la vendita per verificare lo stato dei conti con un soggetto terzo al fine di poter studiare un piano industriale che riconduca Sistema ad una dimensione fisiologica con una recuperata efficienza . Non è possibile che si passi da una società in utile al fallimento. Neanche i soci stessi di Sistema usufruiscono dei servizi di una loro società rivolgendo si a terzi. Basta questo per rendersi conto di quale gestione ci troviamo di fronte».

Doppio vitalizio, un’altra riforma flop. L’ennesimo rinvio del consiglio regionale allunga l’elenco dei mancati tagli: dai consorzi alle società di trasporto

PESCARA Ennesimo rinvio, in Consiglio regionale, della discussione sulla proposta di legge, presentata da Maurizio Acerbo (Prc), relativa all'abolizione dei doppi vitalizi da parlamentare e consigliere, questione che interessa cento politici in Abruzzo. Nella regione che, da più indebitata d'Italia, è divenuta una delle più virtuose, come è stata tante volte definita, la discussione in materia di doppi vitalizi si inserisce nell'ambito del più ampio dibattito sul taglio agli sprechi, il quale, però, fatica ad essere concretamente attuato. Nella seduta di ieri del Consiglio regionale, sono stati presentati alcuni emendamenti alla proposta di Acerbo. «Mi sembra», dice il consigliere, «che si stia delineando il tentativo di neutralizzare o ridurre fortemente l'impatto della mia proposta». Acerbo parla ironicamente di «una sorta di “riduzione del danno” per i poverini percettori del doppio vitalizio. Ma c'è un altro emendamento, aggiunge, «che rappresenta davvero una presa in giro: quello che propone di sopprimere il doppio vitalizio solo ai futuri vitalizi; praticamente a nessuno», dato che il Consiglio, con la legge 68 del 2012, ha già abolito il vitalizio dalla prossima legislatura. Altra questione che fa discutere, sul fronte degli sprechi e dei possibili tagli, è la questione trasporti.
Mentre va avanti, seppur con diverse difficoltà, l'iter per la fusione delle aziende, la Filt Cgil lancia l'allarme per il rischio di un rilevante incremento dei costi degli stipendi dei dirigenti che, rispetto alla riduzione imposta da una legge regionale del 2011, grazie ad una sentenza della Corte costituzionale avrebbero richiesto l'immediato ripristino, con effetto retroattivo, del trattamento economico. C'è poi l'iter interminabile per la fusione dei Consorzi industriali: l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione, ha più volte ribadito che la fusione avverrà entro fine ottobre, ma sta di fatto che il percorso va avanti da anni e gli incarichi ai commissari per il riordino dei Consorzi sono stati prorogati di ulteriori 18 mesi, a partire dallo scorso 30 marzo. Tra le riforme bloccate vi sono anche quella delle Ater (Aziende territoriali per l'edilizia residenziale) e la riorganizzazione degli uffici del Genio civile. Altro spreco è rappresentato da quella che il segretario regionale della Cgil-Fp, Carmine Ranieri, definisce «agonia» dell'Azienda Regionale per l'Informatica e le Telecomunicazioni (Arit), con 180 Comuni che si lamentano perché ci sono risorse europee bloccate per alcuni milioni di euro, in quanto l'Azienda, con la sopravvenuta scadenza dei contratti di lavoro del personale, non sarebbe in grado di portare avanti le attività. Più in generale, secondo Ranieri, «è la macchina amministrativa regionale a dover essere riorganizzata. La Giunta», ricorda il segretario, «era partita con la soppressione di alcuni enti strumentali e il personale è stato spostato in Regione, senza avere le competenze necessarie». «Il risultato», conclude Ranieri, «è che ci sono settori con un numero eccessivo di dipendenti ed altri carenti di personale, con rischi in termini di programmazione europea e di rendicontazione delle risorse disponibili».

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