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Pescara, 18/12/2025
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Data: 08/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Centrodestra a rilento verso le regionali. Strategie al palo mentre D’Alfonso è già in campagna

PESCARA Mentre il Pd celebra Giovanni Legnini sottosegretario e Luciano D’Alfonso, senza più competitor interni per la candidatura a governatore, olia gli ingranaggi della sua macchina da guerra arringando qualsivoglia uditorio in ogni sala, saletta, piazza, piazzetta e slargo d’Abruzzo macinando chilometri e collaboratori, il centrodestra cosa fa per prepararsi alla battaglia elettorale e fronteggiare l’esuberanza dalfonsiana?
Nulla, per il momento. Gianni Chiodi aspetta che l’ex sindaco di Pescara si sfoghi un po’ per poi avviare la sua campagna elettorale, e nel frattempo si autopromuove con l’attività istituzionale (come con l’annunciato arrivo di un miliardo dal Governo per metter mano alle infrastrutture). Chiodi metterà insieme una «lista del presidente» oltre a quelle dei partiti che compongono il centrodestra, Pdl in primis, e poi dovrà fare i conti con la voglia di ricandidatura di gran parte dei consiglieri uscenti, oltre che con la voglia di candidatura di un discreto numero di sindaci e amministratori locali che il centrodestra conta oggi nella regione. I posti in palio, con la riforma del Consiglio regionale attivata, sono molti meno degli attuali, quindi ci sarà parecchio da faticare per non provocare fratture con i tanti aspiranti alle poltrone aquilane. Fratture che potrebbero portare via preziosi voti, e ogni voto perso potrebbe costare caro, anche perchè ci sono alleati, addirittura assessori, come Paolo Gatti-Fratelli d’Italia, e Carlo Masci-Rialzati Abruzzo, non esattamente disattenti al dalfonsianesimo risorgente.
META’ MARZO
Insomma, situazione molto fluida nel centrodestra, strategie al palo, tempi lenti. Anche troppo visto che tutti gli sforzi (pochi, peraltro) sembrano concentrati più sulla data delle elezioni regionali che sulla preparazione della campagna pro-Chiodi. Data che, come noto, spetterà proprio a Chiodi fissare tra un mese e mezzo: si voterà tra metà novembre e metà marzo, periodo indicato dal Governo. Tutto lascia pensare si arrivi in fondo al periodo, dunque metà marzo, visto che gran parte degli attuali consiglieri (anche di opposizione) spinge per quella data che assicurerebbe un paio di mensilità in più di stipendio. Anzi, c’è chi spera addirittura si arrivi ad abbinare le regionali con le europee di giugno, confidando in più che opinabili variazioni di legge. La lezione delle politiche non sembra aver insegnato nulla. Nulla.

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