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Data: 08/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Squinzi: Imu? Prima giù tasse sul lavoro. Le richieste del presidente di Confindustria a Letta . Slitta il decreto, caccia ai fondi. Votato il Def: «Basta con l’austerità»

ROMA Con il ministro Saccomanni ha fatto il punto sui provvedimenti in agenda. Da Squinzi si è sentito ripetere invece che prima di tutto bisogna abbassare le tasse sul lavoro e pensare meno all’Imu. Quello di Enrico Letta ieri è stato un pomeriggio di lavoro intenso, mentre il Parlamento votava una risoluzione sul Def in cui si richiede un allentamento dell’austerità e dei vincoli di bilancio con misure per rilanciare la crescita. Il primo ad essere incontrato è stato il ministro dell’economia Saccomanni. Il governo non è ancora pronto, infatti, a varare un decreto urgente su Imu e cig in deroga perché si è ancora a caccia delle risorse necessarie. Sono stati analizzati i provvedimenti in agenda, gli interventi per l’occupazione giovanile. Ma anche il caos esodati e l’aumento dell’Iva. Per finanziare questi provvedimenti servono tra i 5 e i 6 miliardi. Sembra che il governo stia decidendo di rilanciare una nuova ondata di spending review (revisione, tagli e risparmi nella spesa pubblica) e utilizzare quello che viene chiamato superfondo presso il Tesoro nel quale, tra l’altro, confluiranno centinaia di immobili di proprietà del Demanio. Dall’attuazione del piano-Giavazzi - vale a dire dalla sforbiciata di agevolazioni alle imprese - arriverà una terza fonte di finanziamento. Ma ieri il presidente del Consiglio si è sentito dire dal presidente degli Industriali che questo polverone sull’Imu non gli piace. Giorgio Squinzi ha ripetuto a chiare lettere che «è assolutamente più importante intervenire sulla tassazione del lavoro che sulla casa». La priorità non è dunque l’Imu, sul quale bisogna «vedere bene cifre e numeri» ma «il lavoro e ritrovare la crescita». Squinzi ha ricordato al presidente del Consiglio quanto aveva dichiarato poche ore prima a Milano, vale a dire la proposta di «ridurre del 9% la tassazione sul lavoro» basata sulla «neutralizzazione del costo del lavoro dal calcolo degli imponibili Irap». A suo avviso, quest’ultimo «è un provvedimento che deve essere adottato e avrebbe come risultato complessivo quello di ridurre del 9% il costo del lavoro». L’offensiva del leader degli industriali vuole convincere Letta e il suo governo Pd-Pdl-Sc, del quale si dice «favorevole», ad agire anche sul fronte della revisione della riforma del lavoro con un intervento «finalizzato alla creazione di nuovi posti e alla salvaguardia dei meccanismi di sicurezza sociale che in questo momento sembrano un po’ in pericolo per mancanza di fondi». Sul lavoro e sull’apparato produttivo arriva anche una stoccata a Grillo e alle sue lezioni «sulla decrescita felice» che in realtà «non può esistere». Serve invece una «mobilitazione generale che miri a costruire sviluppo e non a distruggere lavoro e occupazione». Ieri Camera e Senato hanno votato la risoluzione di maggioranza sul Documento di economia e finanza che impegna il governo a proporre al Parlamento tempestivamente le misure prioritarie per crescita e occupazione, a presentare al Consiglio europeo e alla Commissione europea il Programma di stabilità e a favorire una positiva conclusione della procedura di disavanzo eccessivo. Nel testo si chiede all’esecutivo meno austerità e di riconsiderare in tempi brevi il quadro di finanza pubblica. A favore si sono espressi Pd, Pdl e Scelta Civica. La Lega si è astenuta mentre Sel e M5s hanno votato contro.

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