All'indomani del durissimo sfogo del sindaco, Massimo Cialente, che per protestare contro il blocco dei fondi per la ricostruzione ha riconsegnato la fascia da primo cittadino al presidente della Regione, Giorgio Napolitano, e ordinato la rimozione del tricolore dagli uffici comunali, il primo a schierarsi al suo fianco è l'ex commissario delegato, Gianni Chiodi. Il presidente della Regione, che non dimentica le difficoltà nell'amministrare una città in quanto già sindaco a Teramo, mette da parte le polemiche che per mesi hanno visto contrapposte Amministrazione comunale e struttura commissariale. «Il sindaco Cialente ora non deve essere lasciato solo - afferma Chiodi - Sarebbe sin troppo facile evidenziare ciò che è stato fatto sino al 31 agosto 2012 e quello che invece non si è fatto da quella data a oggi. Ma ora non è il tempo delle polemiche. L'Abruzzo e il suo capoluogo non possono permettersi un anno di blocco della ricostruzione». Chiodi ha annunciato l'intenzione di contattare già da oggi il premier Enrico Letta ed il vice presidente del Consiglio Angelino Alfano per chiedere l'immediata apertura di un tavolo di confronto per la ricostruzione dell'Aquila e del cratere e, nonostante le belle parole per Cialente, non rinuncia ad una stoccata nei confronti della maggioranza nel capoluogo. «È evidente il fallimento della idea di ricostruzione completamente affidata agli enti locali ed in primis al comune dell'Aquila. Ora è tempo che il nuovo governo si assuma le proprie responsabilità». Chi non ha mai nascosto le critiche nei confronti dell'ex ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca è il presidente della Provincia Antonio Del Corvo, che dice: «Finalmente anche il Sindaco dell’Aquila si è accorto di quanto è stata drammatica la gestione Barca per la ricostruzione della città; la protesta del sindaco, non può che essere accolta e condivisa. Del resto, le lettere a mia firma, indirizzate anche alle più alte cariche della Stato, per sottolineare la condizione drammatica in cui versa la ricostruzione, a seguito dell’amministrazione Barca, in questi ultimi mesi sono state costanti e ripetitive. Un grido accorato per chiedere di sollecitare interventi immediati, per il grande problema del Genio Civile e non solo». Decisamente più duro il commento del vice presidente vicario del Consiglio regionale e consigliere comunale Giorgio De Matteis, che lancia bordate sul primo cittadino: «Cialente e Barca hanno fallito: ora è necessaria una sobrietà e una concretezza che non appartengono a questo Sindaco - Fin dal passaggio dalla gestione commissariale a quella ordinaria, richiesta da Cialente, avevamo sottolineato che ci saremmo trovati prima o poi in una situazione di grave emergenza. Pur avendo chiesto a Barca e Cialente di trasferire le risorse finanziarie Cipe gravate da onerosa burocrazia su Cassa Depositi e Prestiti con una procedura più rapida ed efficace, non siamo stati ascoltati e oggi ci troviamo di fronte al dramma. Cialente piange e dopo la patetica manifestazione con le carriole a Roma (che avrebbe dovuto risolvere immediatamente il problema delle risorse finanziarie), è seguita un’altra, peggiore dimostrazione di fallimento, che si è concretizzata con la pantomima della restituzione della fascia e della cancellazione del Tricolore. Abbiamo chiesto un Consiglio comunale straordinario per affrontare seriamente questi problemi».