Da Roma l’annuncio che arriveranno i soldi stanziati fin da dicembre Chiodi: serve una task force governativa, gli enti locali da soli non ce la fanno
L’AQUILA Riepilogare la giornata di ieri è compito arduo. La protesta veemente di Cialente che pur di farsi ascoltare a Roma – allo scopo di ottenere i fondi per la ricostruzione – è arrivato persino a “rinnegare” il tricolore simbolo dell’unità della nazione, ha scosso l’ambiente politico della capitale e in serata sono arrivati segnali positivi anche se alla fin fine si tratta pur sempre di briciole (per quanto riguarda i soldi) e di promesse (le ennesime). Le notizie principali sono tre come lo stesso sindaco Massimo Cialente ha riferito al Centro. La prima è che nelle prossime ore dovrebbero arrivare nelle casse del Comune 255 milioni di euro che è una parte dei 545 stanziati dal Cipe a dicembre, soldi che da quasi sei mesi vagano negli uffici della burocrazia romana. Entro poche settimane dovrebbero arrivare anche gli altri 300. Seconda notizia: ulteriori 500 milioni che il governo Monti nelle ultime ore del suo mandato aveva sdoganato in anticipo rispetto ai tempi previsti non dovrebbero più fare la “fila” alla Corte dei conti e quindi potrebbero arrivare in tempi ragionevoli. Dunque se tutto andrà liscio (ma c’è da dubitarne) entro l’estate nei cassetti del Comune ci sarà un miliardo che come noto è di fatto già impegnato per progetti approvati da tempo. E qui c’è la terza notizia data sempre dal primo cittadino: in colloqui telefonici avuti con esponenti del governo e in particolare con il ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia (il successore di Barca) al sindaco è stato assicurato (parliamo quindi di una promessa ) che il governo sta preparando un decreto per stanziare un altro miliardo sin da subito. Ed è su questo miliardo che il Comune punta per dare il via al cronoprogramma messo a punto all’inizio dell’anno e che per adesso resta sulla carta per mancanza di fondi. Una vittoria di Cialente? Presto per dirlo almeno fino a quando le chiacchiere non si trasformeranno in fatti concreti. C’è comunque da dare atto al primo cittadino che con la sua protesta e il suo ergersi a difensore della città (è passato in 24 ore da un don Chisciotte sognatore a novello Antonuccio Camponeschi che nel 1424 condusse gli aquilani gelosi della loro autonomia alla vittoria contro Braccio da Montone) qualche risultato l’ha ottenuto. E sui soldi in arrivo (un atto dovuto) c’è stato subito chi ha cercato di metterci sopra il cappello. Per carità di patria sorvoliamo. Ieri ci sono stati molti interventi alcuni dei quali riportiamo nelle tre pagine dedicate alla ricostruzione e alla protesta di Cialente. Fra questi anche quelli del presidente della giunta regionale Gianni Chiodi e del presidente della Provincia Antonio del Corvo. Chiodi in una nota ribadisce un concetto: gli enti locali con tutta la buona volontà non potranno mai farcela da soli. Ed ecco la proposta. Per l’ex commissario alla ricostruzione c’è bisogno di una task force a livello romano con dentro tutti gli attori interessati alla vicenda aquilana. A capo un esponente autorevole dell’esecutivo nazionale in grado di fare da ponte fra la Capitale e il territorio terremotato. Insomma Cialente non può pretendere di caricarsi tutto sulle sue spalle, sarebbe un errore le cui conseguenze le pagherebbero i cittadini. L’assessore comunale Pietro Di Stefano ha subito risposto che i Comuni possono fare da soli. Del Corvo invece scrive: «Finalmente anche Massimo Cialente si è accorto di quanto è stata drammatica la gestione Barca per la ricostruzione della città. Del resto, le lettere a mia firma, indirizzate anche alle più alte cariche della Stato, per sottolineare la condizione drammatica in cui versa la ricostruzione, a seguito dell’amministrazione Barca, in questi ultimi mesi sono state costanti e ripetitive. Anche la Provincia dell’Aquila, sarà in prima linea per cercare di trovare una sinergia con il nuovo governo Letta, perché la ripresa della città, è l’obiettivo di tutti, indistintamente». Cialente si dice convinto di «avere la città dalla sua parte» e ieri, in maniera irrituale, l’incontro con il prefetto (attaccato duramente da Cialente che lo ha di fatto tacciato di ignavia) si è svolto in Comune. Da ciò che è trapelato è stato un confronto a brutto muso. Il rappresentante del governo gli ha contestato l’aver fatto togliere le bandiere tricolori dalle scuole. Lui ha ribadito: «Su questa storia sono pronto a farmi arrestare». Niet anche alla richiesta del prefetto di chiudere il centro storico per motivi di sicurezza. «Lo faccia Lei», è stata la risposta. Un Cialente determinato e un prefetto tornato in ufficio con la coda fra le gambe. Durante la giornata il primo cittadino ha ricevuto decine di telefonate. La gran parte per dirgli di andare avanti. Vedremo dove arriverà.
Il primo cittadino incassa il sostegno delle categorie
La Camera di Commercio: la ricostruzione dev’essere una priorità assoluta Cgil, Cisl e Uil: nel grido di Cialente il dolore e la solitudine di lavoratori e imprese
L’AQUILA Solidarietà al sindaco Massimo Cialente dalle associazioni di categoria, pronte a scendere in campo al fianco del primo cittadino per sostenere la battaglia in favore della ricostruzione della città. «Comprendo l'amarezza del sindaco», afferma Lorenzo Santilli, presidente della Camera di commercio, «al quale va dato appoggio incondizionato per riaprire un ragionamento sul lavoro da fare e dare continuità e certezze al progetto di rinascita della città. Occorrono risorse certe e aiuti alle imprese, che stanno facendo grandi sacrifici in un momento così difficile, di crisi profonda per il territorio». Per il presidente della Camera di commercio «la ricostruzione è una priorità assoluta, che va posta al centro della discussione nazionale. Se sarà necessario avviare una nuova fase di mobilitazione», dice, «siamo pronti a fare la nostra parte e a sostenere un'azione di mobilitazione collettiva». Ezio Rainaldi, consigliere di Confindustria, parla di «problemi enormi che vive la realtà aquilana. Comprendiamo Cialente che avverte questa difficoltà e ne sente il peso. Alla mancata ricostruzione si sta sommando una fase di degrado e depredazione della città, dove la criminalità è in aumento: un segnale allarmante, che deve far riflettere. Ben venga la riconsegna simbolica della fascia tricolore da parte del sindaco, se questo gesto serve a smuovere le coscienze», aggiunge Rainaldi, «ma va accompagnata da una fase di progettualità che coinvolga tutti, indistintamente». «Il gesto eclatante del sindaco», il commento di Massimiliano Mari Fiamma, dell'Api, «sarà utile a riaccendere i riflettori sulla nostra città. Già da tempo l'Api ha lanciato l'allarme sulla mancanza di fondi e sulla necessità di rifinanziare la Cassa depositi e prestiti, come strumento di garanzia per la ricostruzione. Da parte nostra massima solidarietà e appoggio a Cialente». Cgil, Cisl e Uil (Trasatti, Sangermano e Lombardo) si dicono «pronti alla mobilitazione per il rispetto del diritto alla vita e al futuro. È intollerabile che i comuni colpiti e la loro gente debbano ancora reclamare i loro diritti e uno straccio di sicurezza sul fatto di poter tornare a casa e avere una speranza di vita. Registriamo con amarezza e inquietudine le parole di Cialente, costretto ad alzare la voce per far sentire il dolore e la solitudine di cittadini, lavoratori e imprese lasciati soli». «È necessario che la città dia un segnale forte a sostegno del diritto alla ricostruzione di un territorio in agonia che ha dato dimostrazione di una non comune dignità», afferma Agostino Del Re, direttore della Cna. Per Piero Peretti (Ugl) «l’ennesimo gesto eclatante del sindaco dimostra che la ricostruzione da soli non è in grado di farla nessuno. Mettiamo fine agli isterismi e marciamo compatti verso la meta».