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Data: 09/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sea, Bruxelles boccia la vendita di Handling. L’ultimatum della Ue: subito l’esecuzionedel rimborso degli aiuti

ROMA Stop alla vendita di Sea Handling e no alla proroga dell’obbligo di rimborso di 360 milioni di aiuti di Stato. Da Bruxelles la bocciatura è doppia per Sea, che incassa anche l’ultimatum della Commissione Ue: se l’Italia non fa scattare il rimborso dei 360 milioni di aiuti concessi alla Sea entro il 5 giugno, rischia il deferimento alla Corte di giustizia europea. Anche perchè, precisa la stessa Ue, «non c’è alternativa al rimborso integrale o alla liquidazione del beneficiario», è scritto nella lettera inviata al governo italiano lo scorso 3 maggio. Un macigno sulla testa della società guidata da Giuseppe Bonomi che ora spera nell’istanza di sospensiva della sanzione presentata dall’azionista Comune di Milano. Su questi ricorsi «non c’è stato ancora nessun pronunciamento», spiega il sindaco Giuliano Pisapia. Ora «il Comune proseguirà ancora con maggiore convinzione nel suo impegno per evitare le conseguenze della decisione europea, anche con le necessarie azioni giudiziarie nei Tribunali nazionali», aggiunge il primo cittadino del capoluogo lombardo. Intanto, in attesa di una sentenza anche su questo punto, le contestazioni avanzate finora dall’Ue rendono di fatto la strada dello spezzatino di Sea Handling (con il conferimento delle attività a terra degli aeroporti in una newco) l’unica percorribile per ottemperare alla decisione europea.
Lo stop al piano di vendita di Sea Handling sbarra infatti la strada tracciata dalla società degli aeroporti lombardi proprio per evitare l’applicazione del provvedimento Ue che, imponendo la restituzione alla Sea di 360 milioni di euro, porterebbe al fallimento della controllata che si occupa di servizi di terra. Un’operazione bocciata perchè la vendita a Menzies «trasferirebbe l’aiuto» all’acquirente non permettendo l’esecuzione della decisione Ue («la vendita non determina una cessazione definitiva dell’attività e non modifica l’entità economica del nuovo soggetto»).
Non basta. Per la Commissione europea è da rispedire al mittente anche la richiesta di proroga inviata dal governo italiano in extremis («non è ricevibile» per Bruxelles) qualche ora prima della scadenza fissata (il 20 aprile) per il rimborso degli aiuti incanalati negli anni alla società di handling dalla holding controllante. Per la Commissione la richiesta «non è debitamente motivata».
«Le difficoltà finanziarie del beneficiario dell’aiuto» non sono infatti «una ragione valida per giustificare la non esecuzione o l'esecuzione tardiva di una decisione di recupero», dicono a Bruxelles, che punta il dito anche sulle informazioni «tardive» (oltre il termine del 20 febbraio) e «lacunose» arrivate dalla società italiana sulle mosse da attivare per farsi restituire gli aiuti.

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