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Data: 09/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Giovannini: stretta sulla cassa in deroga in arrivo un tetto alle pensioni d’oro

ROMA Confermato: a breve ci sarà il rifinanziamento della cig in deroga. Ma, così come anticipato da Il Messaggero (vedi articolo 8 maggio pag.5), si va verso una stretta dei requisiti per l’accesso all’ammortizzatore sociale. È il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, nel suo primo question time alla Camera a darne notizia: «L’esperienza di cig in deroga ha messo in luce l’esigenza di rivedere, assieme alle Regioni, i criteri di concessione degli interventi di competenza di queste ultime». Un’altra novità potrebbe arrivare dal fronte ”pensioni d’oro”: il ministro ha infatti annunciato che il governo sta verificando la possibilità di «adottare misure volte ad attenuare il divario tra i trattamenti pensionistici attualmente erogati» compatibilmente con i principi di equità e di solidarietà.
Sulla cig in deroga Giovannini spiega che «sono già in corso verifiche tecniche con l’Economia per individuare, con assoluta urgenza, le soluzioni più idonee a reperire le risorse occorrenti» e promette una risposta «a brevissimo termine». Dove saranno recuperate? Il ministro frena sia sull’ipotesi di sottrarre risorse ai fondi interprofessionali, sia ai Fondi strutturali europei delle 4 regioni meridionali. Allo studio, invece, il ritorno al cofinanziamento da parte delle Regioni, anche perché così ci sarebbe un uso più responsabile e meno disinvolto delle autorizzazioni.
Confermata anche la priorità occupazionale giovanile. Si agirà attraverso la flessibilità in entrata «da agevolare rimuovendo gli ostacoli», l’apprendistato «da rafforzare», e misure di defiscalizzazione per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato. È intenzione del governo anche rilanciare i centri per l’impiego, per cui verrà chiesta al Parlamento «una nuova delega». Tra le urgenze che il governo affronterà - assicura il ministro - c’è poi il problema esodati. Si cerca «una soluzione di tipo strutturale». Anche in questo caso il ministro ha promesso «risposte più certe a brevissimo» entro la prossima settimana, con «l’esatta delimitazione del fenomeno e delle necessità finanziarie». Intanto l’Inps ha fornito i dati sulla prima quota di salvaguardati: sono 62.000 le domande risultate valide, cioè il 4,6% dei 65.000 fissati dal primo decreto.

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