Pescaresi, tremate, è in arrivo una valanga di bollette per la Tares, la nuova tassa che comprende lo smaltimento dei rifiuti e la pubblica illuminazione. Fra una settimana 68mila cittadini si vedranno recapitare a casa le bollette per l'acconto calcolato sul 75% della somma pagata l'anno scorso. Acconto da versare in tre rate, a maggio, luglio e settembre, il restante 25% sarà conteggiato dal Comune in base alle nuove disposizioni previste per la Tares. In questo momento, neanche all'assessorato Tributi possono quantificare la portata reale della batosta che sta per abbattersi sui contribuenti, ma non v'è dubbio che la Tares, rispetto alla Tarsu, comporterà un aggravio che oscilla fra il 30 e il 40%. Come dire che, in media, ogni pescarese pagherà quest'anno fra gli 80 e i 100 euro in più. Siccome la norma prevede che i costi del servizio per lo smaltimento dei rifiuti dovranno essere coperti al 100% dai Comuni, ecco spiegato perché la Tares sarà una stangata, mentre finora, le Amministrazioni arrivavano fino all'80% della spesa complessiva. A conferma che si tratterà di una batosta in piena regola c'è il dato di ulteriori 30 euro per la parte servizi indivisibili dei Comuni (illuminazione pubblica, polizia locale) dal momento che i Comuni hanno la facoltà di applicare una sovrattassa da 30 a 40 centesimi al metro quadrato. La Tares viene introdotta per accorpare in un'unica tassa le diverse fasi della gestione dei rifiuti in un'unica tariffa indirizzata a tutti i destinatari e utenti potenzialmente in grado di produrre rifiuti al fine di semplificare il prelievo e per regolamentarlo in attuazione del federalismo municipale. La nuova tassa sui rifiuti andrà a finanziarie sia il prelievo previsto per il servizio di smaltimento dei rifiuti svolto dal Comuni sia all'amministrazione centrale dello Stato, così come originariamente previsto dal Decreto sul federalismo municipale. Una misura tesa da una parte ad attribuire ai Comuni risorse proprie per i servizi che effettivamente svolgono e dall'altra a semplificare il processo di imposizione sui rifiuti che finora aveva visto distinto il prelievo tra settore privato e residenziale e commerciale. In tal modo avremo un'unica tassa sia per le gestione, sia per la raccolta, sia per lo smaltimento, che abbraccerà come contribuenti sia persone fisiche, sia esercizi commerciali. Con il dibattito aperto a livello nazionale sulle tasse da diminuire o da eliminare, però, si sperava che ci fosse almeno un rinvio sull'arrivo delle bollette Tares. E invece, eccole giungere puntuali a destinazione, benché i contribuenti possano rateizzare il pagamento in sei mesi, in attesa del saldo di fine anno. Negli uffici comunali pescaresi si lavora freneticamente per essere pronti, fra pochi giorni, a inviare tutte le 68mila bollette. Ma nessuno nasconde la preoccupazione per una batosta che graverà ancor più sui bilanci familiari. E se da una parte, lo stop dell'Imu darà una boccata di ossigeno, dall'altra i Comuni si troveranno nei guai. A Pescara, ad esempio, nel 2012 sono entrati 38 milioni e 200mila euro grazie all'imposta unica sugli immobili. Se l'Imu dovesse davvero essere cancellata, l'Amministrazione Mascia non potrebbe mettere più in bilancio quella voce con grave nocumento non solo per le proprie entrate, ma anche per i servizi a domanda diretta al cittadino (mense scolastiche, impianti sportivi) che prima o poi subiranno un'escalation di aumenti. Da qualche parte, quei 38 milioni di euro in meno dovranno rientrare e, a meno che l'assessore Massimo Filippello e il suo staff non inventino una ricetta miracolosa, per i cittadini si prepara un nuovo autunno caldo alla voce tasse.