L’AQUILA Il muro contro muro tra il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, e lo Stato continua. Nonostante il primo, parziale, risultato ottenuto ieri mattina nell'incontro a Roma con esponenti del Governo, al termine del quale è stato rassicurato sullo sblocco entro lunedì o martedì di 255 milioni stanziati nella delibera Cipe del dicembre scorso. Le bandiere, per ora, non verranno ricollocate sulle scuole e negli uffici comunali, come ha comunicato lo stesso primo cittadino di ritorno dalla capitale durante la seduta del Consiglio comunale convocata ad hoc, su richiesta delle opposizioni, per fare il punto sui fondi per la ricostruzione. Una seduta in cui non sono mancate le polemiche e i momenti di tensione, con il consigliere di L'Aquila città aperta Giorgio De Matteis che ha tirato bordate sul primo cittadino e la maggioranza. «Il tempo delle pantomime e delle pagliacciate è finito - ha detto De Matteis -. Cialente torna da Roma senza alcuna vittoria, visto che i 250 milioni erano già previsti dal Cipe. Continua ad accumulare errori su errori, come quello del ritiro delle bandiere dagli edifici comunali e dalla sede dell'ente». Proprio per questo il consigliere De Matteis ha chiesto ufficialmente di riposizionare il tricolore sulla sede del Comune e, di fronte al diniego del presidente del Consiglio comunale, Carlo Benedetti, che ha dichiarato «non ho la competenza per poterlo fare, ma sono vicino dal punto di vista personale alla protesta del sindaco», ha esposto una bandiera tricolore sui banchi dell'opposizione. Nel suo intervento Cialente ha riferito sull'incontro romano, al termine del quale si è deciso per un aggiornamento alla settimana prossima, per un tavolo di confronto per il miliardo di euro promesso dall'ormai ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà. Una seconda tranche da 500 milioni di fondi Cipe, invece, destinata agli altri comuni del cratere dovrebbe, e il condizionale è d'obbligo, essere messa a disposizione nel giro di una ventina di giorni. «Il Governo è arrabbiato con me: mi ha chiesto di avere fiducia. Ho risposto che voglio crederci anche questa volta ma ritengo che dobbiamo vedere cosa succede in una settimana - ha detto il primo cittadino -. Purtroppo, finora, è capitato più volte che le promesse dei politici abbiano cozzato con quelle dei vertici perché L'Aquila, evidentemente, ha dato fastidio. Vediamo ora cosa succede. Sono convinto, però, che se non partiamo con i cantieri entro giugno, allora la situazione si farà ancora più drammatica. Il Vice Ministro Bubbico - ha dichiarato infine Cialente - mi ha detto, inoltre, che inserirà L'Aquila nella discussione di un decreto sull'emergenze ambientali e altre misure urgenti, il cui percorso inizierà la settimana prossima in Senato». Il sindaco è poi tornato sulla questione della bandiera: «Mi rendo conto di aver fatto una forzatura, così come in passato è stato fatto con il blocco dell'autostrada o le proteste a Roma. Eppure ci siamo fidati sempre e io oggi mi aspettavo delle scuse dal Governo per la reprimenda del Prefetto. Le scuse non sono arrivate. Anzi sono stato pregato di rimettere le bandiere. Aspetto che mi sospendano. Io non torno sui miei passi».