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Pescara, 18/12/2025
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Data: 10/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Grillo striglia gli M5S: non fate la cresta. La prima volta del leader a Montecitorio: «Vaffa i soldi». Il muro del pianto 5Stelle «Per stare a Roma gli euro non bastano mai»

ROMA Arriva? Non arriva? Atterra sul tetto, dove aver rovesciato sul Palazzo un pitale, come fece D’Annunzio? E perchè ritarda? Beppe Grillo arriva con mezz’ora di ritardo, nel suo debutto a Montecitorio dove subito dirà «qui dentro sono un abusivo», perchè sbaglia strada o non conosce la geopolitica romana: con il suo macchinone bianco era finito al Senato. Non sa come districarsi nelle viuzze del centro, e si deve arrendere e chiedere a un tassista di scortarlo e di fargli da Cicerone.
LA CRESTA
Arriva finalmente alla Camera e s’infila nel Palazzo dal garage: come neppure Berlusconi ha mai fatto e come - spiega uno dei portieri - neanche Napolitano fa: «Entra sempre a piedi, tranne quando piove». La capogruppo Lombardi scherzando finge di fargli da parcheggiatrice: «Di qua, dotto’...». Parcheggia la Kia bianca, enorme auto con un tom tom scarsamente funzionante, però. Non ha la cravatta Grillo, si fa dare una giacca, si toglie gli occhiali da sole e la lunga prima giornata parlamentare del leader-guru può cominciare. Con una prima ironia: «Che tragedia stare qui!». Incontra a porte chiuse i suoi 163 parlamentari e li strglia: «’Fanculo i soldi!», è l’esordio. Ovvero: «Chi di voi vuole fare la cresta sulla diaria, e intascarsi quella parte della diaria che non volete rendicontare, finirà con il proprio nome e cognome su una black lista pubblicata nel nostro sito». Terrore in sala. Poi forse ammorbidisce un po’ l’annuncio terroristico e comunque: «Sarà l’assemblea a votare su questa proposta». Sarà l’assemblea ma quanti avranno il coraggio di dissentire da Grillo, di farsi impallinare dal popolo del web già piuttosto e prematuramente critico con gli eletti a 5 Stelle, e votare dicendo: no, guarda, Beppe, io i soldi me li tengo tutti, anche quelli che non ho speso? Beppe usa il bastone e la carota con i suoi ragazzi. «La gente lo sa che siamo diversi», concede. E ancora: «Sono venuto a darvi un abbraccio». Si parla di tutto in questa maratona di 4 ore e mezza, compreso l’incontro tra Grillo e la Confesercenti che gli serve per poter vincere le elezioni per il Campidoglio e infatti il 24 maggio Beppe sarà in piazza a Roma.
IL CAVALIERE
Si è parlato di Berlusconi: «In qualsiasi altro Paese starebbe già in galera, mentre in Italia passa per uno statista». Da noi passa Ma soprattutto di «noi»: «Non siamo attaccati alle poltrone, o riusciamo a cambiare questo Paese o andiamo via in massa dall’Italia». Inconsapevolmente, cita Berlusconi: «Purtroppo, non abbiamo la bacchetta magica». E ancora: «Il Parlamento è un groviglio», dice, «e ci vogliono strozzare dentro questo groviglio. Ci stanno assediando, cercano di dipingerci come uguali agli altri». Vittimista. Di successo. Applausi. Per uscire dall’«assedio» (o forse anche per arrivare alla presidenza della commissione di Vigilanza Rai con il grillino Roberto Fico?), il leader suggerisce ai suoi di cambiare strategia di comunicazione: «Fermatevi per la strada a parlare con i giornalisti. Andate in tivvù, ma non nei talk show».
Tutte parole, frasi, strategie di chi sente che la fase di conquista è finita e che i problemi della vittoria (lo diceva Churchill) spesso sono più complicati di quelli della sconfitta.

Il muro del pianto 5Stelle
«Per stare a Roma gli euro non bastano mai»

ROMA Grillo fa il ricatto della gogna. Loro, per impietosirlo preventivamente, si fanno precedere da un video, su YouTube, in cui lamentano quanto è costosa la vita a Roma. Poi, nel lungo corpo a corpo tra il guru e i suoi ragazzi a Montecitorio, loro gli raccontano direttamente quanto è arduo vivere da francescani politici in una città che ha un Papa che si chiama Francesco ma anche conti salati nei ristoranti e negli hotel. Lui dice che non devono fare la cresta sui soldi (e definisce «pezzo di m....» il vice-presidente 5 stelle della Regione Sicilia, Venturino, che si prende lo stipendio pieno e perciò è stato espulso dal movimento) e loro reagiscono prendendo tempo: «Di diaria e rimborsi si parla tra una settimana in assemblea». Lui annuncia la black list e loro non ci vogliono finire dentro ma neppure intendono rinunciare ai quattrini. Lui fa il duro e loro twittano: «Poi ha fatto retromarcia». Ma non è proprio così. Siccome loro resistono, lui fa lo spiritoso: «Vabbè, tutto ciò che è eccedente della diaria ce lo prendiamo io e Casaleggio».
FEDOR
Casaleggio non c’è ma c’è il suo emissario Filippo Pittarello alla riunione sui denari (ma non solo) a cui i francescani pentastelluti non vogliono rinunciare: anche perchè della diaria non si parlava nella lettera di accettazione della candidatura a suo tempo da loro firmata e si diceva soltanto che lo stipendio non avrebbe superato i 2.5000 euro. Le storie da «Povera gente» (Fedor Dostoevskj s’è ispirato a loro senza saperlo?) che devono intenerire Grillo e ammorbidire i militanti che sospettano chissà quali bagordi da parte dei loro eletti, sono di questo tipo. La deputata Francesca Businarolo: «Dormo dalle suore, in tre in una stanza. Con bagno unico e doccia in comune». Il collega Stefano Barbanti: «Dormo in un b&b vicino alla stazione Termini, con altre due persone nella stanza. Mangio soltanto kebab e pizza a taglio». E quel riccone imprenditore di Casaleggio vorrebbe togliere soldi a gente così? Loro implorano di no. E sembrano voler resistere in questa linea.
MAMMA’
Federica D’Inca sta dimagrendo: «Anche io dormo dalle suore. E a volte salto la cena perchè le sorelle chiudono la cucina troppo presto». C’è chi mangia soltanto panini o supplì. Chi è costretto a fare il pendolare con Firenze ogni giorno o con altre città vicino alla Capitale. La valle di lacrime grilline racconta storie così, di una vita da onorevoli che non fanno creste e vogliono un po’ di soldi in più. E chissà se questa storia, ma pare di no, abbia intenerito il nababbo Beppe: «Dormo da un amico - dice Salvatore Micilio - e mangio in una rosticceria ogni sera. Mi manca la cucina di mamma».

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