Il Cavaliere: «Tutto ciò alimenta polemiche che possono
condizionare il clima ma non saremo noi a farlo»
NAPOLI - La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi per la vicenda della presunta compravendita dei senatori. Analoga richiesta è stata formulata per l'ex senatore Sergio De Gregorio e l'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola.
L'EX PREMIER - Berlusconi ha commentato ai microfoni del Tg4: il rinvio a giudizio è «assurdo e ciò alimenta polemiche che possono condizionare il clima ma non saremo noi a farlo».
SANDRO BONDI - La mossa della procura partenopea viene così commentata da Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, che si assume tutta la responsabilità per il presunto «ingaggio politico» dei parlamentari militanti nel centrosinistra: «L'inchiesta di Napoli, che punta a coinvolgere il presidente Berlusconi in una vicenda esclusivamente di carattere politico, non ha alcun fondamento e comunque tutte le responsabilità dell'opera di convincimento politico che abbiamo esercitato, così come del resto fu fatto analogamente da parte di tutte le altre parti politiche, nei confronti di esponenti politici si deve ricondurre alla mia responsabilità di coordinatore di Forza Italia e successivamente del Pdl». «Tutto ciò emergerà con assoluta evidenza quando sarò chiamato dalla procura di Napoli a deporre su tutta la questione» chiosa Bondi che si assume quindi tutta la responsabilità politica della campagna di «reclutamento».
ORA TOCCA AL GIP - La richiesta è stata intanto trasmessa all'ufficio gip e l'assegnazione del fascicolo avverrà nei prossimi giorni. L'accusa contestata agli imputati è di corruzione. L'inchiesta riguarda, come è noto, la presunta compravendita di senatori perchè negli anni scorsi passassero allo schieramento di centrodestra determinando la caduta del governo Prodi.
RITO IMMEDIATO RESPINTO - Una precedente richiesta di rito immediato, avanzata dai pm, era stata respinta dal gip Marina Cimma che non aveva ravvisato gli elementi necessari per l'adozione di tale procedura. L'indagine napoletana è coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio.