Arriva l’estate, con il sole e le belle giornate, ma arriva anche il momento di pensare seriamente e programmare la politica turistica invernale. Mesi chiave, quelli che si stanno per affrontare, al fine di trovare una soluzione positiva per la stazione sciistica dei Prati di Tivo. L'economia teramana che sta vivendo, come nella generalità dei comuni italiani, un momento di profonda crisi, ha nel turismo una opportunità di ripresa che deve assolutamente essere sfruttata. L’assemblea dei soci ha ascoltato le parole del presidente Marco Bacchion e del direttore amministrativo Fernando Marsili. Un triste presagio se non arriva ossigeno ovvero denaro fresco e contante. «Ora più che mai dobbiamo essere tutti a fianco del Presidente della Gran Sasso Teramano, Marco Bacchion, - ha detto Giorgio D’Ignazio, assessore comunale al turismo - Bacchion sta portando avanti un'opera di salvataggio degli impianti di risalita dei Prati di Tivo e di Prato Selva, con un impegno ed una devozione assoluta e questo - non va sottaciuto - senza percepire alcuna indennità». I problemi sono i debiti, il rientro da alcuni situazioni deficitarie e un progetto per il futuro. «Il grave problema è costituito dal fatto che, seppur dovessero arrivare finalmente i fondi Fas tanto agognati, questi ammonterebbero a circa 11.400.000 euro dei quali, ben 11.000.000 dovrebbero essere destinati alla copertura del debito nei confronti della Banca Unicredit - ha aggiunto Giorgio D’Ignazio - 2.500.000 euro dovrebbero essere restituiti alla Regione Abruzzo, perché frutto di un finanziamento incompatibile con gli stessi Fondi Fas. Incombe, altresì, sulla Gran Sasso Teramano un decreto ingiuntivo di 650.000 euro emesso dal Gruppo Doppelmayr - leader mondiale nel mercato funiviario - ed altri 150.000 euro per debiti di varia natura». Lavori eseguiti e non pagati dalla Gran Sasso. «Sappiamo che entro il 10 settembre prossimo si dovrà presentare un progetto per la sistemazione della sciovia "Doppio jolly", la quale è giunta ormai a scadenza di utilizzo. Ricordo, che la medesima sciovia produce da sola ben il 70% del fatturato dei nostri impianti di risalita invernali, visto che attorno ad essa orbitano tutte le scuole di sci, quindi è facile comprendere come la situazione sia a dir poco preoccupante». Le soluzioni non sono tante, anzi, e D’Ignazio invita tutti a contribuire. «La Camera di Commercio e la Provincia hanno già compiuto degli sforzi per cercare di risolvere la situazione della Società e per scongiurare la chiusura degli impianti, di certo, non è concepibile pretendere che essi compiano altri sacrifici - ha consluso l’assessore teramano - facciamo appello a tutte le forze politiche ed, in maniera particolare, ai membri della Regione Abruzzo affinché si possa costituire una vera e propria "cordata" atta a scongiurare la chiusura degli impianti di risalita dei Prati di Tivo e di Prato Selva. Bisogna capire finalmente che è il turismo l'unica leva che, non solo a livello regionale, ma anche su un piano nazionale, può risollevare le sorti di una crisi che sta divenendo stagnante».