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Data: 10/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Compravendita di senatori i pm: processare il Cavaliere

Richiesta pure per De Gregorio e Lavitola: corruzione, 3 milioni per lasciare ProdiBondi a sorpresa: tutte le responsabilità sono mie, lo dirò ai giudici di Napoli

NAPOLI Non hanno desistito, non hanno mollato la presa. Anzi. La Procura di Napoli chiede il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi con l’accusa di corruzione, per aver tentato di sabotare il governo Prodi. Con la stessa accusa, i pm napoletani firmano la richiesta di rinvio a giudizio anche per l’ex senatore Sergio De Gregorio - che in questa storia è reo confesso - e per l’ex direttore de L’Avanti Valter Lavitola. La Procura di Napoli vuole processare Berlusconi, insiste sulla presunta compravendita, e lo fa a distanza di un mese rispetto al no del gip Marina Cimma, che aveva respinto una precedente richiesta di rito immediato a carico dell’ex premier e degli altri due imputati. Oggi, la nuova mossa della Procura, più o meno nelle stesse ore in cui maturava la condanna d’appello a Milano nel processo Mediaset.
Agli atti ci sono gli accertamenti contabili del nucleo di polizia tributaria della Finanza, agli ordini del colonnello Nicola Altiero, ma anche e soprattutto le dichiarazioni di De Gregorio. Una confessione in piena regola. Tre milioni di euro, tanto sarebbe costato il passaggio dell’ex presidente della commissione Difesa in Senato nelle fila del centrodestra. Indagini coordinate dal pool dell’aggiunto Francesco Greco, dai pm Sandro Milita, Vincenzo Piscitelli, Fabrizio Vanorio ed Henry John Woodcock.
Assegnato il fascicolo a un gup, in aula si potrebbe andare a giugno. Se Berlusconi sarà rinviato a giudizio, a dibattimento potrebbero essere chiamati come testi d’accusa Paolo Rossi, Nello Formisano, Antonio Di Pietro, Anna Finocchiario, Giuseppe Caforio. Parlamentari ed ex leader politici, che saranno chiamati a confermare eventuali avances «commerciali» fatte da De Gregorio o da altri soggetti. Si candida sin da ora ad essere ascoltato il senatore Sandro Bondi: «L’inchiesta di Napoli, che punta a coinvolgere il presidente Silvio Berlusconi in una vicenda esclusivamente di carattere politico, non ha alcun fondamento e comunque tutte le responsabilità dell’opera di convincimento politico che abbiamo esercitato, così come del resto fu fatto analogamente da parte di tutte le altre parti politiche, nei confronti di esponenti politici si deve ricondurre alla mia responsabilità di coordinatore di Forza Italia e successivamente del Pdl», ha detto, aggiungendo che «tutto ciò emergerà con assoluta evidenza quando sarò chiamato dalla Procura di Napoli a deporre».
Ma come ha preso Berlusconi la notizia della nuova mossa dei pm partenopei? Difeso dal penalista Michele Cerabona, il Cavaliere bolla come «assurda» la richiesta dei pm partenopei, che rischia di «condizionare il clima, anche se non saremo noi a farlo».

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