Il leader M5S a per la prima volta a Montecitorio: «Lista di chi tiene l’indennità» Poi lancia la sfida ai democratici. «Legge sull’ineleggibilità, vediamo chi la vota»
ROMA Alla fine Beppe Grillo c’è dovuto entrare in Parlamento e ha anche annunciato una sorta di pax mediatica. «I parlamentari potranno rispondere ai giornalisti per la strada e anche andare in tv, tranne ai talk show». Una svolta. Il fondatore del Movimento 5 Stelle piombato ieri a Roma per un incontro urgente con i suoi deputati e senatori non ha rinunciato alla battuta al vetriolo mentre, per la prima volta, a bordo di un’auto bianca imboccava l’ingresso di Montecitorio. «Entro in Parlamento da un’entrata abusiva, è giusto perché sono un abusivo e lo sarò sempre», ha detto ai cronisti prima di chiudersi in assemblea con i parlamentari grillini. Un incontro durato quattro ore che il capo del M5S ha voluto per ristabilire l’ordine dopo le polemiche scoppiate sulla restituzione a un «fondo di solidarietà» della diaria da parte dei 163 deputati e senatori. Argomento non proprio facile da affrontare visto che la somma su cui si rischiava la spaccatura non è proprio da niente: 8 mila euro a testa. E allo scambio di accuse andato in rete in questi giorni tra chi difendeva la «libertà di scelta» (il 48% di un referendum online) e chi invece si era subito posto sulla linea dettata da Casaleggio, Grillo ha risposto tagliando corto su ogni discussione e annunciando addirittura una black list. «Faremo i nomi di chi tiene i soldi. Se avete firmato qualcosa, dovete rispettarlo. Non si fa la cresta su ciò che non è rendicontato». Deciderà l’assemblea. Su diaria e stipendi è andato giù duro il leader del M5S. «Vaffa anche ai soldi» è stata la chiosa del primo discorso pronunciato dentro le mura di Montecitorio non risparmiando l’ultima pesante offesa al deputato siciliano Antonio Venturino. L’ex mimo e insegnante di tecnica teatrale, attuale vice presidente vicario dell’Assemblea regionale siciliana ieri è stato espulso dal Movimento 5 Stelle ed è stato definito da Grillo davanti a tutti «un pezzo di m...». Ha pagato così, Venturino la colpa di non aver restituito solo parte della propria indennità di deputato e lui ha reagito inviando una nota all’assemblea: «Non immaginavo che il M5S utilizzasse la macchina del fango contro chi all’interno, e nel mio caso con una carica istituzionale, pone argomenti critici di natura politica». Linea dura sulla diaria e linea dura sul governo larghe-intese. E proprio mentre il presidente Giorgio Napolitano lanciava l’appello ai politici ad evitare l’insulto, la demonizzazione dei luoghi istituzionali e infine la violenza anche verbale «che a volte può portare all’eversione», Beppe Grillo rilanciava dal suo blog definendo Silvio Berlusconi “Al Tappone”. «In qualsiasi paese democratico un personaggio come Berlusconi – ha affermato Grillo – sarebbe in carcere e allontanato da ogni carica pubblica. Da noi invece è l’ago della bilancia del governo. Punto di riferimento di Napolitano e del suo doppio settennato». E commentando la sentenza di condanna a 4 anni per il processo sui diritti tv Mediaset, ha annunciato che «il Movimento 5 Stelle chiederà l’ineleggibilità in Parlamento per Berlusconi in base ad una legge per cui i titolari di una concessione pubblica e i rappresentanti legali di una società che fa affari con lo Stato non possono essere eletti». Ha poi lanciato la sfida ai Pd: «Vedremo chi voterà l’ineleggibilità. Mi mangio il cappello se sarà votata dal Pdmenoelle». Immediata la risposta di Berlusconi. «Lasciamo perdere Grillo. E’ nervoso perché i burattini che sono in Parlamento e che lui guida attraverso Internet, gli stanno scappando di mano. La presenza di questo signore in politica è un’anomalia spero possa essere un fenomeno che si chiude». E’ scivolata dunque così, tra sfide ai partiti, minacce di black list ai grillini «rivoltosi» e la cacciata di un leader del movimento in Sicilia, la prima giornata a Montecitorio di Beppe Grillo che all’uscita ha lanciato un’altra battuta ai cronisti. «I rimborsi? Abbiamo fatto un decalogo, tutto ciò che è eccedente lo tengo io. Lo prendiamo io e Casaleggio». E via di corsa verso l’Aurelia.