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Data: 11/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ricostruzione a L'Aquila - Marcia su Roma Cialente senza freni. Il sindaco: «Pronti a occupare palazzo Margherita». Il doppio binario del Governo per risolvere la crisi. La priorità di D’Alfonso una legge regionale

Lo scontro istituzionale è ancora più evidente dopo che il consiglio comunale, nella tarda serata di giovedì, ha respinto un ordine del giorno della minoranza che impegnava il primo cittadino a rimettere le bandiere. «Il consiglio ha ritenuto che non fosse possibile rimettere il tricolore. Il governo ha dichiarato guerra all’Aquila. Ci ha invaso come fece Hitler con la Polonia - ha esordito il sindaco - Ho parlato con il vice ministro Filippo Bubbico, e con il sottosegretario Legnini». Il primo cittadino alza il tiro pretendendo che il miliardo per L'Aquila venga inserito in un decreto che sarà varato domenica nel quale figurano le risorse per la Cig e Imu. «Se ciò fosse - dice - quella della conversione del decreto sarebbe la strada più lunga. Domani sarà il banco di prova. Stamattina (ieri) scriverò a Letta e Saccomanni». «Se non saremo inseriti nel decreto magari rioccuperemo palazzo Margherita Dovremo tornare a Roma con le bandiere nero verdi, ci ritroveremo in un flah mob in una delle piazze del potere». «Temo che me la faranno pagare - continua - Se mi venisse un colpo in molti sarebbero contenti. L’atto del prefetto è un detonatore in un deposito di polvere da sparo». Secondo indiscrezioni il sindaco avrebbe perfino chiesto la rimozione del prefetto Alecci in occasione del summit romano, anche se il primo cittadino smentisce. Per Cialente quello del Prefetto è stato un atto politico ispirato dal Governo. «Volendo potremmo perfino impugnare il decreto», dice. Quella del governo è stata una risposta politica, per Cialente, come dire: rimuoviamo il sindaco e sciogliamo il consiglio comunale. Il fatto che il governo non ha preso le distanze dal prefetto per Cialente è come dire o la smettete o vi sciogliamo. Il consiglio prende atto di una dichiarazione di guerra fortissima del governo a tutto il consiglio comunale. La protesta si è inasprita di fronte a un atto di una inusuale violenza istituzionale. Noi ieri avremmo rimesso la bandiera perché il governo aveva chiesto comprensione per il fatto di essere appena arrivato, ma ora non più. Sfidiamo il governo a sciogliere il consiglio». Per l’assessore Di Stefano rimuovere il sindaco non significa rimuovere il problema L’Aquila. Le cifre per Di Stefano parlano da sole, c’è quasi un miliardo di arretrato. «Ci dissero: se non fate il piano di ricostruzione non avrete i soldi, invece non è stato così. C’è quasi un miliardo di arretrato. Se ci danno il primo pacchetto di cassa impegniamo tutto». «Si rischia la rivolta popolare. Che dobbiamo fare? Dichiarare guerra all’America?». Per Di Stefano «Barca non ci ha preso in giro, tuttavia ha sbagliato a dire che non si parla più della Cassa depositi e prestiti. Barca fece la battaglia insieme a noi. Non volle Grilli e gli altri burocrati del ministero, la colpa fu anche di Gianni Chiodi che rimandò indietro mezzo miliardo di euro». La situazione delle pratiche: ci sono 2.700 pratiche per 720 milioni pronte per il contributo, 2.300 da trasferire all’ufficio speciale per un 1,3 miliardi.

Il doppio binario del Governo per risolvere la crisi

Il governo lavora al caso-Cialente su un doppio binario: uno per ricomporre la clamorosa frattura istituzionale con il prefetto Francesco Alecci, attraverso la mediazione del vice di Alfano al Viminale, Filippo Bubbico; l’altro per trovare i fondi necessari a far camminare la ricostruzione senza intoppi, sull’asse dei sottosegretari Legnini e Patroni Griffi. «Se Cialente non avesse fatto questo casino non saremmo neanche qui a parlare» dice Giovanni Lolli. E in effetti la «notizia», come la definisce lo stesso Legnini, facendo intendere come non fosse affatto scontata, è che «il governo sta lavorando per risolvere i problemi ed evitare che la ricostruzione si fermi». Su tempi, modi e sostanza il sottosegretario non si sbilancia. «Ma non voglio apparire un rinviista» ammonisce. Semplicemente inserire subito un miliardo in un provvedimento di legge non è operazione da poco in un momento in cui il governo è a caccia di coperture per Imu, esodati, cassa integrazione e quant’altro. «Urgenze», come le definisce Legnini, «tra le quali stiamo cercando di inserire anche il terremoto». Cialente avrebbe voluto avere il miliardo («Ma ho provato a chiedere anche un miliardo e mezzo...») già domenica, nel decreto sull’Imu. E così ha provato ad anticipare ad oggi il vertice tra ministri previsto per martedì a palazzo Chigi. Lo stesso Legnini gli ha comunicato per telefono che non si può fare. Dunque martedì sarà il giorno-X. «Occorre un provvedimento di rifinanziamento - spiega Legnini - ma voglio verificare le coperture con l’Economia prima di dire che tipo di atto sarà. Prendiamo atto che è stato chiesto un miliardo». Cialente pressa sui tempi, Legnini frena: «Siamo in carica solo da una settimana...». Come a dire: niente ultimatum, stiamo lavorando. Il punto, semmai, come dice Lolli, non è tanto sapere se la norma sarà pronta domani, martedì o giovedì. Quanto, piuttosto, «se si faccia davvero», inserendola nel meccanismo della Cassa depositi e prestiti». Che è una delle ipotesi in campo: lo Stato contrarrebbe un mutuo da un miliardo e per quest’anno dovrebbe trovare solo 60-90 milioni di «rata» da ammortare. L’Europa su questo ha già mostrato più di una perplessità: il sistema, infatti, consente di «eludere» le strette maglie del controllo sulla finanza pubblica. «Ma in Emilia è stato fatto, non vedo perché qui dovrebbe accadere il contrario..» sibila Lolli.

La priorità di D’Alfonso una legge regionale

Tutti, o quasi, al fianco di Massimo Cialente. Sempre di più. «La priorità dovrebbe essere una legge regionale che semplifichi tutte le competenze regionali in materia di ricostruzione» propone Luciano D’Alfonso. «La ricostruzione deve diventare un tema rilevante dell’azione del Governo» dice Silvio Paolucci. In Provincia, la commissione speciale «Per la Ricostruzione» esprime sostegno e vicinanza alla protesta. L’auspicio del presidente della commissione Paolo Federico, del vice Pierpaolo Pietrucci e dell’intera assemblea è quella che la battaglia appartenga a tutti i comuni «che mai come adesso hanno la necessità di essere uniti». La commissione invita il presidente Filippo Santilli a convocare un Consiglio provinciale straordinario sulla ricostruzione. L’Idv, in una nota firmata da Giuliano Di Nicola, capogruppo in Comune, «è al fianco di Cialente per sostenere una sacrosanta protesta che deve essere di tutti i cittadini». Di diverso tenore l’intervento di Guido Quintino Liris: «Non vuoi restare solo, non devi isolarti! Il Tricolore ci unisce!». «In questi 4 anni le scelte strategiche operate autonomamente dal sindaco, lo hanno penalizzato nei rapporti personali e politico-amministrativi a tutti i livelli, a discapito della città - prosegue -. Se è vero quanto sostiene il sindaco, e cioè che L’Aquila è invisa e mal sopportata da Governo, ministero dell’Economia e ora anche dal prefetto, probabilmente è necessario al più presto un cambio di rotta e certamente una immediata rimodulazione della strategia». Per Liris quando si spara a zero contro tutti, «immancabilmente si finisce per rimanere soli e isolati». L’invito è ad alzare l’asticella del confronto politico e istituzionale, a ricucire i rapporti, per trovare l’unità indispensabile a dare maggiore forza alle richieste.

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