L’AQUILA Il sindaco Massimo Cialente incassa la solidarietà e il sostegno della commissione speciale per la ricostruzione, costituita in seno alla Provincia, pronta a chiedere un consiglio straordinario con la partecipazione di tutti i sindaci del cratere. «Nell’esprimere il sostegno e la vicinanza alla protesta», si legge in una nota, «l’auspicio del presidente della commissione Paolo Federico (che dopo la riunione ha rassegnato le sue dimissioni), del vice Pierpaolo Pietrucci e dell’intera assemblea è quella che la battaglia appartenga a tutti i Comuni del cratere, della provincia e dell’intera regione che mai come adesso hanno la necessità di essere uniti. Una battaglia espressione del disagio e della disperazione di una comunità che dopo quattro anni è stufa e mortificata da promesse non mantenute. Le innumerevoli istanze, più volte rappresentate al governo dal sindaco Cialente e dal presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, sono rimaste lettera morta e non hanno mai visto un seguito da parte del governo stesso». L’intera commissione ha invitato, quindi, il presidente del consiglio provinciale Filippo Santilli a convocare al più presto una seduta straordinaria, con Cialente e gli altri sindaci del cratere. Intanto Guido Quintino Liris, assessore provinciale nonché consigliere al Comune dell’Aquila, invita il sindaco Cialente «a non restare solo e a ricreare unità attraverso la ricollocazione del tricolore». «In questi 4 anni», afferma Liris, «le scelte strategiche operate autonomamente dal sindaco lo hanno penalizzato nei rapporti personali e politico-amministrativi, a discapito della città e del cratere. Se è vero quanto sostiene il sindaco, e cioè che L’Aquila è invisa e mal sopportata dal governo, dal ministero dell’Economia, e ora anche dal prefetto, probabilmente è necessario al più presto un cambio di rotta e un’immediata rimodulazione della strategia. Qui è in ballo il futuro nostro e delle generazioni che ci seguiranno. Talvolta un percorso di autocritica sarebbe auspicabile, nonché benefico. Essere uniti significa dare maggior forza alle richieste e meno alibi agli interlocutori».
D’Alfonso: serve la legge regionale sulla ricostruzione
«La priorità dovrebbe essere una legge regionale che semplifichi tutte le competenze regionali in materia di ricostruzione». Così Luciano D’Alfonso a margine della presentazione dell’evento «Riannodiamo i fili del futuro della città», che si terrà domani ai Pescara. D’Alfonso, ha detto che «La legge dovrebbe semplificare sia l’attivazione dei cantieri, sia porre L’Aquila come centro di un polo di sviluppo in Abruzzo, come città capoluogo».
«Il sindaco non deve fare marcia indietro»
Lettera del presidente del consiglio comunale Benedetti a Napolitano e Letta: solidali con lui
IL’AQUILA «Il consiglio comunale avrebbe potuto chiedere al sindaco di tornare sui suoi passi ma non lo farà mai sotto la minaccia di essere mandati a casa come un’assise mafiosa». Così il presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti si esprime in una lunga nota inviata, tra gli altri, al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio Enrico Letta. «Nella seduta convocata il 9 maggio sulle problematiche della ricostruzione», si legge nella nota, «a larga maggioranza, il consiglio ha votato di non voler recedere dalla protesta innestata dal sindaco all’unisono con la giunta, impegnando il primo cittadino a non rimettere le bandiere tricolori sugli edifici pubblici del Comune e a non indossare la fascia. Il consiglio comunale ha ripercorso tutte le fasi di questi drammatici quattro anni, prendendo atto che se non dovesse arrivare il finanziamento col meccanismo della cassa depositi e prestiti di un miliardo e mezzo per il cratere, il centro storico è destinato a non ripartire neanche nel 2013. Il consiglio comunale, ha ritenuto che la scelta del governo di minacciare la rimozione del sindaco appena rieletto e quindi lo scioglimento di un assise votata dai cittadini sia uno degli atti politici di maggior violenza istituzionale che non avrebbe precedente alcuno nella storia dell’Italia Repubblicana. Quanto è stridente l’atteggiamento di un governo che appena insediato minaccia gli eletti dal popolo, a fronte della solidarietà profonda che il paese ci ha sempre dimostrato e in queste ore sta tornando a manifestarci. Non dimenticheremo mai che riconoscendosi nel sentimento della Patria e la solidarietà, in nome del tricolore, all’Aquila, in quei mesi drammatici, sono venuti 17500 volontari che con sacrificio, professionalità ma soprattutto amore, ci hanno fatti sentire meno disperati. Il consiglio comunale sa che quei 17500 italiani sono oggi con L’Aquila nella battaglia per la sopravvivenza. Non possiamo sentirci condannati a vivere il resto della nostra vita tra le macerie di quella che è stata una delle città più belle d’Italia. Del resto è competenza del consiglio decidere se e come, in base alla legislazione vigente, esporre la bandiera e l’obbligo di esporla ci sarebbe solo nel consiglio comunale».