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Data: 11/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Accordo su Epifani sarà il “traghettatore”. Oggi l’assemblea nazionale vota il nuovo segretario a scrutinio segreto Possibili altre candidature. Tregua fra Renzi e i big del partito

ROMA Il Pd prova a ripartire da Guglielmo Epifani. E’ l’ex segretario della Cgil il dirigente che ha raccolto i maggiori consensi nel gruppo dirigente e tra i segretari regionali per traghettare il Pd fino al congresso e schivare in zona cesarini il dramma finale: arrivare all’assemblea nazionale senza nessun candidato. Ma il passaggio di consegne tra il dimissionario Pier Luigi Bersani e l’ex sindacalista socialista non sarà affatto indolore. Oggi Epifani dovrà passare l’esame dell’assemblea nazionale democratica che sarà chiamata a esprimersi con un voto segreto. E visti i precedenti di Franco Marini e Romano Prodi, impallinati dai franchi tiratori nel segreto dell’urna, il diretto interessato è il primo a fare gli scongiuri. Sarà lei il segretario? «Aspettiamo domani» risponde con un sorriso a chi glielo chiede. Tra «l’assedio» dei giovani di Occupy Pd che presidieranno la Nuova Fiera di Roma, e il malessere interno di molti dirigenti, nessuno alla vigilia può scommettere sull’esito del voto dei 1.000 delegati dei quali almeno 750 hanno garantito la presenza. L’assemblea Pd è quella eletta nel 2009 in occasione delle primarie tra Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino. I rapporti di forza interni sono totalmente cambiati e nessuno, dicasi nessuno, tra i big del partito è in grado di garantire come voteranno i delegati e in che clima si svolgeranno i lavori. Da segnalare la contemporanea manifestazione a piazza Santi Apostoli di Sel con Nichi Vendola e Stefano Rodotà alla quale parteciperanno anche alcuni parlamentari Pd. Chi già ora promette battaglia è Pippo Civati, con Laura Puppato tra i più critici verso il governo Letta. «Se c’è la candidatura di Guglielmo Epifani ci sarà una epifania di candidati, domani potrebbe essere la puntata finale del Pd se continuano a fare quello che stanno facendo», avverte l’unico deputato che non ha votato la fiducia al governo Letta, lasciando l’aula. «L’importante adesso è chiarirsi sul fatto che vogliamo sapere la data del congresso», aggiunge. Laura Puppato che potrebbe contare su una quarantina di delegati oggi presenterà un suo documento, chiarisce di non voler mettere in discussione il governo presieduto da Enrico Letta ma chiede maggiore autonomia dei gruppi parlamentari. «Dobbiamo iniziare a parlare una lingua comprensibile per il nostro popolo e per l’Italia», spiega. Insomma il caos regna ancora sovrano e se Pier Luigi Bersani invita ad avere fiducia nel Pd, la stessa scelta di Epifani lo dimostra. Malgrado il suo nome fosse circolato subito dopo le dimissioni di Rosy Bindi e dello stesso Bersani, fino al primo pomeriggio di ieri i nomi sui quali i maggiorenti del partito erano orientati erano quelli di Anna Finocchiaro, Piero Fassino e Vannino Chiti. Nomi di prestigio, ma legati, troppo legati, alla storia dei democrat. E delle sue correnti. Per questo si è deciso infine di chiedere a Epifani, appena eletto presidente della commissione Attività Produttive, di provare la sfida. Primo socialista a diventare segretario generale del principale sindacato italiano, Epifani ha ricevuto ieri sollecitazioni da tutti i big del partito perché scendesse in campo, evitando al Pd un 8 settembre già annunciato da tutti. Sarà davvero solo un segretario traghettatore? Di certo al congresso non sarà lui il solo a correre. Gianni Cuperlo che ora ha fatto un passo indietro, ha confermato che sarà della partita. «Mi candido a segretario perché penso che il Pd sia l’investimento più importante che abbiamo fatto in questi anni», ha anticipato ieri. Quanto a Matteo Renzi, il sindaco rottamatore conferma, malgrado il malumore tra i suoi, che non scenderà in campo per la segreteria democrat. Il suo obiettivo resta quello di modificare lo statuto che ora prevede che sia il segretario a correre per la premiership. Ma questo sarà un tema del congresso. Non dell’assembleblea. In ogni caso i renziani non porranno veti su Epifani. «Vogliamo un Pd forte che mon si faccia dettare la linea da Berlusconi», chiede Angelo Ruchetti. Ad aprire i lavori dell’Assemblea sarà Roberto Speranza, il giovane capogruppo a Montecitorio. All’ex vicesegretario Enrico Letta i democrat hanno chiesto di venire e di parlare. Forse ci sarà ma è difficile che sarà lui a parlare. Di certo il tema del governo delle larghe intese sarà uno dei più dibattuti. «E’ una prova importante per il Pd, non so se riusciremo a superarla, nessuno ha vissuto bene la separazione con un pezzo di Italia bene comune ma è una separazione che non giudichiamo irreversibile», ricorda Stefano Fassina.


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