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Pescara, 18/12/2025
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Data: 11/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso le regionali in Abruzzo - Centrosinistra, primarie tra il 15 e il 29 settembre. Paolucci: «Anche D’Alfonso dovrà sottoporsi a questo voto»

PESCARA Primarie di coalizione tra il 15 e il 29 settembre per la scelta del candidato governatore che andrà a vedersela con Gianni Chiodi nella sfida per la Regione. In attesa di conoscere la fotografia che uscirà oggi dall'assemblea nazionale del partito, con gli inevitabili riflessi sull'Abruzzo, il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, gioca una mossa d'anticipo importante. In gioco non c'è solo l'appuntamento elettorale di dicembre, ma la doppia esigenza di serrare le fila dei democrat e creare un consenso ampio attorno al candidato presidente del centrosinistra che vada oltre le sigle tradizionali dei partiti.
«Anche Luciano D'Alfonso -precisa Paolucci- se vorrà proporre la sua candidatura dovrà accettare il percorso delle primarie». Una mossa che appare più tattica che di sostanza, visto che nel partito nessuno mette in discussione che sarà proprio l'ex sindaco di Pescara (che è stato il primo segretario regionale del Pd) a vedersela con l'uscente Gianni Chiodi. Né si vede chi possa insidiare oggi la sua candidatura tra i democrat: Giovanni Legnini ha assunto un incarico di Governo nell'esecutivo di Gianni Letta e il capogruppo in Consiglio regionale, Camillo D'Alessandro, è uno dei fedelissimi di D'Alfonso e si guarderebbe bene dal mettersi di traverso. Di altri aspiranti non c'è al momento traccia.
ALLARGARE LE ALLEANZE
Le primarie, come spiega Paolucci, hanno dunque il compito di allargare il campo delle alleanze anche ai movimenti e alle liste civiche che alle prossime regionali vorranno misurarsi al fianco del Pd. Un arcipelago che al momento vedrebbe fuori dalla mischia solo il M5S e Rifondazione comunista.
Lo stesso D'Alfonso, ormai inarrestabile dopo la stagione dei processi (domani è atteso a un'altra convention elettorale nella sede dell'Aurum di Pescara), potrebbe presentare la sua candidatura come espressione di due (qualcuno parla addirittura di tre), liste civiche e non come espressione unica del Pd, dove le notizie che scaturiranno oggi dall'assemblea nazionale per la scelta del nuovo segretario potrebbero portare ottime notizie proprio per D'Alfonso. Soprattutto nel caso di un ricompattamento della linea Letta-Bersani-Franceschini attorno a un nome condiviso.
ELEZIONI E CONGRESSO
Il problema semmai nel Pd abruzzese è un altro: la doppia combinazione delle elezioni di dicembre e del congresso regionale, che rischiano di accavallarsi e di limitare il raggio di azione del segretario uscente. Paolucci non ha mai fatto mistero di volersi candidare all'Emiciclo, ma secondo alcune interpretazioni che arrivano dall'interno del Pd non può farlo gestendo contemporaneamente il partito fino al giorno del voto. Quindi la scelta che gli viene posta è di anticipare il congresso, che a rigor di logica si sarebbe dovuto tenere dopo le regionali, o di rinunciare alla candidatura, anche se non sono pochi i segretari regionali del Pd che oggi sono contemporaneamente governatori nelle rispettive regioni o occupano posti di sottogoverno. Paolucci non si sottrae comunque all'obiezione: «Non ho mai anteposto la mia persona alle questioni di partito e sono quindi pronto, come sempre, a fare qualsiasi rinuncia se mi verrà chiesto».

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