Sull’ex leader Cgil si rinsalda l’asse tra Pier Luigi, Enrico e franceschiniani. Il sindaco ha un mese per decidere che fare
D’Alema e Veltroni fuori dall’accordo
IL RETROSCENA
ROMA Fin dai giorni scorsi, quando della sua candidatura si era cominciato a parlare, Guglielmo Epifani non aveva fatto mistero di non considerarsi né a tempo né a scadenza. «Se cercano un reggente o qualcuno che tenga la baracca per tre mesi, non c’è bisogno che si rivolgano a me», il suo argomento che ripeteva come un mantra. E così sarà.
Con l’ex leader sindacale si è congratulato anche Giorgio Napolitano, e il neo segretario democrat domani pomeriggio salirà le scale del Quirinale per un incontro con il capo dello Stato. Epifani è ormai segretario del Pd a tutti gli effetti, non c’è sotto la sua sedia alcun dispositivo a orologeria, nessun timer è lì pronto a scandire i tempi della sua leadership. Anzi: si può già dire senza tema di sbagliare che sarà ancora e solo lui il predestinato candidato alla segreteria quando ci sarà il congresso, in autunno. E’ il risultato di una operazione politica studiata e preparata dalla maggioranza uscente bersanian-franceschinian-lettiana che intende non uscire ma rimanere salda al timone.
CONTINUITÀ DI LINEA
«Ne abbiamo cominciato a discutere qualche settimana fa, quando prese a circolare il nome di Epifani che, diciamocelo chiaro, era l’unico in grado di farci uscire dallo stallo», confida Nico Stumpo, che assieme agli altri Bersani boys è al momento senza più carica e ruolo. Una operazione all’insegna della continuità di linea e di gruppo dirigente, che si intende riproporre pari pari dietro al volto suadente e determinato dell’ex leader cgil, per usare la fulminante definizione di Fabrizio Rondolino, giornalista che di passaggi di leadership ne ha visti tanti. Nel suo intervento all’assemblea, l’ex numero uno cgil ha svolto un intervento ecumenico, di prospettiva, congressuale, «dobbiamo preparare bene le assise», «ci vuole una discussione esplicita», «grande lealtà del gruppo dirigente», altro che segretario reggente, altro che segretario dei cento giorni. E gli altri?
LA MINORANZA
Per Renzi, D’Alema, Veltroni e forse Bindi si intravede già fin d’ora il ruolo di minoranza interna, mentre i giovani turchi al momento divisi tra governo, sostegno a Cuperlo e saltare sul carro epifaniano, si limitano a qualche avvertimento tipo quello lanciato da Matteo Orfini: «Se Epifani si vuole poi candidare a segretario, nessuno glielo può impedire, si accomodi, vuol dire che intende perdere il congresso». I veltroniani hanno firmato la candidatura dell’ex leader sindacale in assemblea, ma non sono granché convinti di appoggiarlo anche al congresso, penserebbero di contrapporgli eventualmente Sergio Chiamparino, sperabilmente in sintonia con i renziani.
DILEMMA RENZIANO
Già, Renzi. Il sindaco ha davanti il dilemma della sua vita: candidarsi al congresso per la leadership o attendere le primarie, quando saranno, per puntare a palazzo Chigi, nel qual caso se la vedrà molto probabilmente con Letta. L’ex rottamatore ha di fatto un mese scarso per decidere, il tempo che si apra ufficialmente la fase congressuale: se le figure di leader e premier non verranno disgiunte, gli toccherà candidarsi al congresso, se non lo farà, rischia di vedersi passare il treno sotto il naso. Da quel che ha detto, problemi al governo non intende darne. «Renzi sta tramando contro Letta, ma da bravo dc è venuto qui a dire guai a chi mi tocca il governo», la versione maligna di Beppe Fioroni. Quanto a D’Alema, l’ostilità della maggioranza bersanian-franceschiniana è attiva e operante, raffigurata anche dal volto teso con il quale il fondatore dei Ds ha assistito silente all’assemblea (così come Veltroni, che se n’è andato quasi subito). Appoggerà la candidatura Cuperlo, l’ex premier, stringendosi in una posizione alla Oskar Lafontaine in salsa democrat (tale appare la fisionomia politica della proposta cuperliana), o sceglierà altre strade e opzioni? «Cuperlo ora si darà una calmata. Mica può andare in giro con un segretario operante a dire guardate che ci sono pure io, guardate che sono candidato pure io», il consiglio previsione di Stumpo.