ROMA «Lascio con la speranza che le cose possano cambiare»: era il 16 ottobre 2010, in Piazza San Giovanni a Roma. Il comizio ad una manifestazione delle tute blu della Fiom è l’ultimo da leader della Cgil per Guglielmo Epifani. Che resta nell’ambiente sindacale, come presidente dell’associazione Bruno Trentin, ma pian piano riscoprirà la tentazione per la politica alla quale prima non aveva mai ceduto. Nato a Roma il 24 marzo 1950, Epifani ha 63 anni. Nel 1953 la famiglia si trasferì a Milano per poi tornare a Roma, nel quartiere Talenti, dove Epifani termina gli studi al liceo Orazio conseguendo la maturità classica nel 1969. Vive un’infanzia caratterizzata dall’impegno nel volontariato per i quartieri di periferia, una grande attenzione al sociale che porterà sempre con sè. Nel 1973 si laurea all’Università La Sapienza di Roma in filosofia con una tesi su Anna Kuliscioff e successivamente si iscrive alla Cgil, dove lavora come sindacalista. Nel 1974 dirige la Casa editrice della Confederazione, l’Esi, aumentando in maniera considerevole il suo prestigio all’interno della confederazione: nel giro di due anni approda prima all’Ufficio sindacale, dove coordina le politiche contrattuali delle categorie, e poi all’Ufficio Industria della Confederazione. Nel 1979 diviene segretario generale aggiunto dei poligrafici e cartai. Nel 1990 entra nella segreteria confederale e nel 1993 sarà nominato segretario generale aggiunto da Bruno Trentin. Infine, nel 2002, segretario generale dopo Sergio Cofferati di cui era stato il vice dal 1994. Ama la poesia, la musica, la chitarra e i buoni vini. Riformista e socialista, Epifani con il declino del Psi si iscrive ai Ds, dove Walter Veltroni gli offre un ruolo nella macchina organizzativa del partito per la sua esperienza nell’organizzazione del sindacato di Corso Italia. Più volte ha rifiutato offerte di candidatura, dalle amministrative all’europarlamento, a quella per la corsa alla poltrona di sindaco di Napoli. Alle politiche dello scorso febbraio è candidato ed eletto alla Camera dei Deputati come capolista della lista Pd nella circoscrizione Campania I. Chi lo conosce bene, coglie l’essenza che più lo caratterizza in una grande propensione alla mediazione: una persona «che non divide», ma sa ricucire, riavvicinare, tenere insieme. Dote che lo ha distinto alla guida del primo sindacato italiano, e che appare fondamentale per il ruolo di traghettatore del Pd verso la stagione congressuale.