Il leader oggi pomeriggio da Napolitano: «Unica via
per rialzarci è quella di riconnetterci con la nostra base»
ROMA «Il Pd, unico partito non personale del Paese, può risollevarsi se si riconnette alla sua gente, alla sua base, ascoltando anche le voci più critiche e non temendo di parlare alla rabbia delle persone. Ora serve, al Pd, un congresso trasparente, con garanzia per la pluralità di di tutte le voci, ma che discuta di linee e non di battaglie sulle persone». Dopo una giornata di silenzio (e, anche, di riposo) passata nella sua casa romana ai Parioli, il neosegretario del Pd, Guglielmo Epifani, parla dalla sua pagina Facebook. Poi lo intervista il Tg1, dai cui microfoni sferza Berlusconi per la manifestazione di Brescia: «Accende micce sotto il governo», avverte. E chiede risposte immediate su Cig, Imu e Iva, difendendo la scelta di sostenere l’esecutivo Letta e riparla di Pd, ma sempre con toni pacati e misurati. Ieri, come si diceva, si è ritagliato una giornata di parziale riposo, ma il suo cellulare non ha mai smesso di squillare.
CONTATTI
Contatti con i leader degli altri partiti, con il premier Letta – che sabato lo ha definito, non a caso, «segretario senza aggettivi» – e con diversi dirigenti del partito. Oggi pomeriggio Epifani salirà al Quirinale per andare a trovare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con cui ha già avuto uno scambio di telefonate. Una visita non solo di cortesia: Napolitano vorrà sapere quale sarà l’atteggiamento pratico del Pd rispetto alle scelte del governo Letta. Già oggi, però, e di buon mattino, il neosegretario sarà al lavoro nella stanza che è stata, fino a ieri, di Bersani, che ha già traslocato le sue cose al gruppo alla Camera. Epifani – che non ha in agenda impegni formali né informali, visita di Napolitano esclusa – si dedicherà a costruire la squadra che lo affiancherà e dovrà accompagnare il partito fino al congresso.
LA SQUADRA
Una squadra, appunto, snella più che una segreteria vera e propria. Alcune caselle, come il responsabile organizzazione (sinora affidata a Nico Stumpo), di certo non mancheranno, ma non è affatto detto che tale delicato incarico vada, come si è detto a lungo, ai renziani (il fiorentino Luca Lotti, fidatissimo di Renzi, è in pole), che potrebbero ripiegare su altre caselle (Economia o Enti locali) mentre Stefano Ditraglia, oggi alla Comunicazione e spin doctor di Bersani, potrebbe assumervi un ruolo politico. La vera camera di compensazione delle tensioni attuali e future, specie in vista del congresso di ottobre, sarà però un'altra, e cioè la commissione congresso, dove verranno rappresentate tutte le anime del partito, e che assurgerà al ruolo di coordinamento politico di fatto del Pd. Sarà invece la commissione Statuto (prevista, appunto, dallo Statuto del Pd) a dover decidere, con un deliberato da prendere prima in Direzione e poi in Assemblea nazionale, se scindere le figure di candidato premier e di segretario del partito o mantenerle coincidenti.
Anche chi, come i Giovani turchi, vede in Epifani solo un segretario traghettatore e punta apertamente su Gianni Cuperlo, candidato anche di D’Alema, per il congresso, chiede, con Francesco Verducci, «collegialità, unità e garanzia» alla nuova segreteria. Ieri il capogruppo alla Camera, il giovane bersaniano Roberto Speranza, ha speso parole di elogio per Renzi («è la risorsa migliore che abbiamo in campo»), segno del rimescolamento delle carte in atto nel Pd mentre i franceschiniani Giacomelli e Sereni sono oggi tra i più vicini a Epifani insieme agli ex sindacalisti di Cgil e Cisl, Baretta, D’Antoni.