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Data: 13/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Caso Ruby, in prima serata su Canale5 l’autodifesa del Cavaliere

MILANO Scena prima: Ruby Rubacuori coi capelli raccolti in una coda di cavallo legge da un foglietto e sostiene di «non aver mai avuto rapporti sessuali a pagamento, men che meno con il presidente Berlusconi». Poi partono i titoli di testa e tutto diventa chiaro: «La guerra dei vent’anni», dove per guerra si deve intendere il rapporto burrascoso del Cavaliere con le magistrature di mezza Italia che lo hanno accusato, processato, assolto, prescritto, condannato. Fino all’ultimo atto: il caso Ruby.
Stavolta il presidente del Pdl anziché affidarsi all’avvocato Ghedini sceglie di farsi difendere dalla principale delle sue reti tv. L’arringa va in onda in prima serata su Canale 5, con un po’ di ritardo perché Striscia la Notizia sfora coi tempi. C’è la sedicente nipote di Mubarak che parla, c’è il Cavaliere che racconta a modo suo le serate del bunga bunga, ci sono le «immagini esclusive» del salone dei festini nella villa di Arcore, ci sono le voci dei testimoni (alcuni) sentiti durante il processo in svolgimento a Milano.
Già, il processo. Oggi (lunedì) è prevista in Tribunale una delle ultime udienze prima della sentenza, dunque lo Speciale Canale 5 casca a pennello. Anche se dai piani alti di Mediaset assicurano che non c’è alcun tentativo di influenzare la giustizia. Anzi, l’idea del servizio è nata quasi per caso poiché una cronista «era finalmente riuscita ad avere una intervista con Ruby». Poi se n’è aggiunta anche una con Berlusconi, da cosa nasce cosa, e così anche Piersilvio e Confalonieri hanno detto sì.
LE TELECAMERE AD ARCORE

«La guerra dei vent’anni», in realtà, non comincia con interviste o scene d’aula, ma con le immagini del comizio di Brescia di sabato, quello in cui il Cavaliere ha lanciato l’ennesima sfida alle toghe: «Non mi farò intimidire da magistrati pieni di odio e di invidia». Il tutto a mo’ di premessa prima che le telecamere entrino nelle stanze di Arcore per mostrare luoghi asettici dove si consumavano le serate eleganti. La sala cinema, la saletta adibita a discoteca dove svettano cinque bandiere di Forza Italia e «dove si poteva sorseggiare un drink».
Poi si sentono le voci del processo. Gli avvocati che fanno domande, i pm che chiedono dettagli («con morbosa insistenza» sottolinea la speaker), e i testimoni che rispondono più che altro con dei «no», o «no, in nessun modo» o «no, non ho visto nulla di strano». Bisogna aspettare un bel po’ per sentire anche una ragazza che in aula parla di scene osé e toccamenti e ragazze spogliate e altre cose così. Subito dopo però si sente la voce di Maria Rosaria Rossi - onorevole e assistente del leader Pdl - che racconta di una letterina dai toni ambigui inviata dalla suddetta testimone d’accusa al Cavaliere.
IL CAV NEL SALOTTO DI CASA

Naturalmente il tutto si chiude, dopo la pubblicità, con una lunga intervista allo stesso Berlusconi realizzata dal direttore del Tg4. Silvio, in tenuta sportiva su un divano del salotto di casa, si dilunga soprattutto sulla prima volta di Ruby alle cene di Arcore: «Venne una sera ad una cena e raccontò una storia drammatica disse di essere figlia di una ricca famiglia egiziana, che i genitori avevano cacciato perché aveva deciso di abbracciare la religione cattolica. Mostrò cicatrici di olio bollente, parlò di difficoltà enormi, di comunità e di essere arrivata a Milano poco tempo prima dove aveva trovato un lavoro da cameriera in un ristorante. Una storia che commosse tutti i presenti». E avanti così fino alla cosa più importante: «Assolutamente non ho mai avuto rapporti intimi con Ruby, una ragazza che si era presentata con una storia terribile, e che non induceva nessun sentimento diverso dalla commiserazione».
Insomma, difesa e autodifesa: «Sappiamo che ci saranno dele polemiche» dicono gli autori «ma noi ci siamo attenuti soltanto a criteri di completezza e rigore». Adesso tocca al l’Auditel.

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