Sul crollo parziale del viadotto di Scoppito ci sono i primi indagati; intanto ieri vertice in Procura tra gli investigatori della Polfer e il sostituto procuratore Stefano Gallo, che coordina l’inchiesta sulla tragedia sfiorata. Oltre all’aspetto giudiziario il fatto sta creando problemi gravi alla viabilità, con non pochi malumori nelle frazioni di Sassa e Scoppito in cui insistono numerose piccole attività commerciali. Ieri mattina a Bazzano c’è stato un vertice tra il pm titolare dell’inchiesta Stefano Gallo (presente anche sabato mattina a incidente avvenuto) e gli investigatori della polizia ferroviaria. Presente anche il consulente del pubblico ministero, Antonello Salvatori, le cui competenze sono state apprezzate nell’ambito della maxi inchiesta sui crolli degli edifici pubblici e privati del post-sisma. L’incontro è servito a fare un primo punto e soprattutto a capire come indirizzare l’attività investigativa che sarà a 360 gradi. Infatti gli investigatori andranno a scandagliare la genesi burocratica-amministrativa e progettuale dell’opera finita sotto la lente di ingrandimento, i cui lavori di demolizione erano iniziati nel mese di novembre e secondo le carte sarebbero dovuti terminare a giugno. Sarà anche messo ovviamente sotto osservazione il modus operandi degli ingegneri e dello stesso direttore dei lavori. Di qui infatti la necessità di nominare un ingegnere strutturista da parte del magistrato, appunto, nella figura di Salvatori.
LA SVOLTA
Sul registro degli indagati sono finiti i primi nominativi. Si tratta appunto del direttore dei lavori, del coordinatore della sicurezza ma anche del referente della ditta affidataria dei lavori (da parte della Rete Ferroviaria Italiana) e quello della società subappaltatrice. È bene evidenziare che si tratta di un atto tecnico, dovuto, per consentire all’autorità giudiziaria di procedere senza intoppi e raccogliere elementi probatori a carico o a discolpa delle figure professionali tirate in ballo. Non si esclude, infatti, che nel proseguo delle indagini le figure di alcuni indagati possano essere sostituite (perché stralciate) da altri nominativi che a vario titolo hanno avuto a che fare con le operazioni di demolizione del viadotto, di cui una parte (per motivi ancora in via di accertamento) sarebbe crollata invadendo i binari della ferrovia. Per questo la Procura indaga per tentato disastro ferroviario. Sul fronte della viabilità non si placano le polemiche da parte degli automobilisti ma anche di commercianti che vivono di quel transito. «Sessanta attività commerciali che vivono sul flusso viario della strada statale 17 rischiano di rimanere bloccate dopo il crollo del ponte sulla ferrovia. Dobbiamo risolvere questo problema e tenere conto degli interessi globali di tutta l’area» è l’allarme lanciato dal sindaco di Scoppito Marco Giusti. Per il primo cittadino «si pone il grande problema della viabilità, e soprattutto delle attività commerciali che vivono sul flusso viario e il traffico pesante di merci che raggiunge il nucleo industriale, in particolar modo la Sanofi Aventis. Il problema potrebbe essere risolto con l’apertura di un vecchio casello ferroviario che si trova proprio accanto al ponte, questa soluzione, ci permetterebbe di non risentire del danno. Bisogna solo che le Ferrovie dello Stato siano collaborative». È un passaggio che consentirebbe di bypassare il ponte.