PESCARA Il primo pensiero è di quelli facili facili. Trenitalia (e in generale il sistema ferrovie) e i consumatori (intesi nella maniera più ampia come enti e cittadini) viaggiano davvero su due binari diversi. Come se progetti, fatti e necessità faticassero ad incontrarsi. Frutto, certamente, di anni in cui la programmazione del territorio, alomeno in Abruzzo, non è stata certamente una delle priorità. Almeno nel campo dei trasporti. È durissima, infattila reazione di Federconsumatori alle affermazioni del direttore regionale di Trenitalia, che aveva rimarcato come, in assenza di binari dedicati, portare i Frecciarossa sul tratto ferroviari abruzzesi: « Non potete darci l'alta velocità: bene, ma almeno non prendeteci in giro dicendo che lo fate per tutelare i nostri interessi. I cittadini debbono sapere – scrive ancora Federconsumatori – che utilizzando treni Etr 500 ( treni già utilizzati per una decina d'anni lungo la direttrice adriatica) si potrebbe già oggi raggiungere Milano in circa 4 ore, contro le 5h e 12' attuali. E questo senza dover modificare la struttura della linea ferroviaria (come è dimostrato per gli increduli con la recente attivazione del servizio veloce Ancona-Milano in 2h e 59').
Per quanto riguarda il paventato aumento dei prezzi con l'eventuale introduzione dell'alta velocità , è opportuno che tutti sappiano che già oggi i cittadini adriatici pagano prezzi analoghi a quelli dell'alta velocità, pur essendo costretti a velocità molto più lente.
Inoltre è assolutamente falso che " il cambio a Bologna, in qualche modo, ha migliorato l'offerta, visto che, ad esempio a quel punto per andare a Torino si può sfruttare realmente l'alta velocità". E' incredibile come si riesca a mistificare la realtà : peggiorano il servizio; offrono treni lenti; ci fanno pagare biglietti analoghi a quelli dell'Alta Velocità, ci costringono ad interrompere la continuità del nostro viaggio, e dicono anche di farlo per il nostro bene. Speriamo – conclude Federconsumatori – che qualche referente politico-istituzionale si svegli dal torpore, per dare le risposte che meritano certe affermazioni».
Ma è anche sull’impoverimento di alcune stazioni ferroviarie che si è andato via via concretizzando nel corso degli anni, che ci sono gli interventi più duri. Come quello, da Vasto, del consigliere comunale Nicola Del Prete: «Il problema non è solo l'isolamento in cui è stato relegata la stazione ferroviaria di Vasto-San Salvo, ridotta a poco più di una biglietteria periferica automatica che spesso non funziona, il vero dramma è che quest'area non è più collegata adeguatamente con il resto dell'Italia. Per prendere un Intercity notte (treni che mostrano il degrado dell'usura) bisogna recarsi a Pescara. Per tornare verso sud, con una Frecciabianca, bisogna scendere a Termoli. Vasto è stata cancellata dalle mappe ferroviarie italiane». «Ho apprezzato molto la lettera di un cittadino vastese, il quale ha scritto che oramai non fa più scalpore la notizia della chiusura della biglietteria della stazione ferroviariadi contrada S.Tommaso per malattia dell'impiegato. È lo stato di incuria dell'intera struttura, dimenticata da tutti, che fa gridare allo scandalo. L'attento osservatore ha notato che dopo le ore 21, in stazione, ci si imbatte solo in senzatetto e ubriachi. C'è anche un annuncio dall'altoparlante di stare attenti per la presenza di telecamere che dovrebbero riprendere. C'e da chiedersi: funzionano? Sicuramente no». Un dato che secondo Del Prete è comprovato dai fatti: «C'é un distributore di bevande, tramezzini, cioccolata, caffè. Peccato che sia rotto da parecchi mesi ed i tramezzini e altri generi di consumo siano scaduti. Qualcuno ha detto che i distributori sono stati rotti da vandali e la ditta non li sostituisce. Ma non ci sono le telecamere per rendersi conto di chi sia stato? A questi rilievi aggiungerei un'altra considerazione: Vasto si vanta di essere una città turistica. È impensabile presentarsi con una stazione ferroviaria che non funziona, che non è accogliente, che è mal collegata con le principali direttici nazionali». Ce n’è anche per gli amministratori locali: « Il sindaco Lapenna ha mantenuto per se la delega al turismo: lo vorremmo vedere attivo nei confronti delle Ferrovie dello Stato perché Vasto ed il suo hinterland hanno un bacino di utenza che supera le 100 mila unità. Utenze che aumentano sensibilmente durante la stagione estiva. Cialente sta difendendo con azioni clamorose la sua città, L'Aquila, ci piacerebbe che lo stesso facesse Lapenna e con lui il parlamentare neo eletto, la dottoressa Maria Amato, la quale ha i mezzi per interloquire, da legislatore, nei confronti del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiano, in particolare con Trenitalia ed Fs Logistica». Al di là delle buone intenzioni, dunque, il cammino è ancora lungo e da questo cammino non è estraneo il ruolo della Regione che, sul piano locale, è la parte che sviluppa i contratti con Trenitalia. Ricominciare partendo da un’integrazione reale del sistema trasporti sul territorio forse non sarebbe sbagliato.