Iscriviti OnLine
 

Pescara, 18/12/2025
Visitatore n. 750.317



Data: 15/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tav, assalto al cantiere. Alfano: delinquenti lo Stato non si ferma

TORINO «Lo Stato non si fa fermare da alcuni delinquenti che questa notte potevano uccidere e forse volevano uccidere». Al termine di una lunga giornata di reazioni dopo l'attacco della notte al cantiere della Tav in Valsusa, è il ministro dell'Interno Angelino Alfano a dettare la nuova linea, tolleranza zero, del governo. Lo fa dopo essere volato a Torino insieme al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi per presiedere il Comitato nazionale per l’ordine pubblico e la sicurezza insieme ai vertici delle forze dell'ordine, della magistratura e degli enti locali dopo che ieri notte una trentina di incappucciati aveva dato l'assalto al cantiere con molotov e razzi.
«Lo Stato c'è, ascolta e poi decide, e lo ha fatto», ha sottolineato Alfano indicando quattro azioni che l'Esecutivo metterà in campo da subito: rafforzamento della vigilanza, con un aumento dei contingenti, a tutela di maestranze e lavoratori, ampliamento della zona rossa intorno al cantiere per creare un cuscinetto di protezione più ampio, una task force governo-territorio presso l'unità di Missione al ministero delle Infrastrutture per rafforzare il dialogo con le amministrazioni locali, che potrebbe riunirsi già giovedì, e l'accelerazione della ratifica del trattato tra Italia e Francia sull'opera. E il ministro Lupi conferma: «Giovedì sarò in Valsusa, e in quell’occasione si insedierà la task force»
IL BLITZ

La cruda cronaca racconta di 20 minuti poco dopo le 3 di notte in cui in 30 hanno lanciato bottiglie incendiarie e razzi contro il cantiere. Un’azione che segna un’evoluzione nella lotta No Tav perché - è l’analisi che gira tra gli investigatori - è stata ben pianificata con azioni su diversi fronti in simultanea: hanno bloccato con dei cavi d’acciaio alcuni cancelli ai varchi delle recinzioni, tagliato il lucchetto del varco 8 bis e sono così riusciti a introdursi su una passerella sopra il tunnel da cui hanno lanciato delle molotov che hanno incendiato un motocompressore. Due sono anche finite tra i poliziotti di guardia al cantiere, senza colpire nessuno. Le forze dell’ordine hanno risposto con lacrimogeni e idranti e il gruppo si è poi disperso nel bosco. Intorno al cantiere la polizia ha trovato un rudimentale mortaio, utilizzato per lanciare i razzi, costruito con un tubo, bottiglie incendiarie inesplose, alcune torce, i catenacci usati per bloccare i cancelli, cesoie e maschere antigas. Una modalità che ha portato Ltf, società responsabile della realizzazione della Tav, a parlare di «ennesima aggressione, di carattere quasi terrorista» e ad annullare un incontro con i cittadini previsto per oggi a Bussoleno. Preoccupato il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, e unanimi le condanne del mondo politico: il governatore del Piemonte, Roberto Cota ha definito l’episodio «un vero e proprio atto di guerra», mentre il presidente della Provincia Antonio Saitta parla esplicitamente di «terrorismo».
Intanto proprio ieri in Consiglio regionale si è discussa una proposta di legge dei grillini piemontesi per mettere dei codici identificativi individuali sulle divise delle forze dell’ordine, bocciata in aula.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it