Giovanni Legnini, è sottosegretario alla presidenza del Consiglio con deleghe all’Editoria e all’attuazione del programma. In questa seconda veste si occuperà, tra le altre cose, della redazione della nuova legge sul finanziamento dei partiti, uno degli argomenti più spinosi e attesi del programma di governo. Legnini, 54 anni, è avvocato, dirigente del Pd, è stato due volte sindaco di Roccamontepiano, il paese che gli ha dato i natali. Il sottosegretario è in parlamento dal luglio 2004 (Senato). Alle elezioni politiche e 2006 è stato rieletto a Palazzo Madama nella lista Ds in Abruzzo, ricoprendo l’incarico di vicepresidente della Commissione Bilancio. Rieletto al Senato nel 2008, è membro della 5ª Commissione permanente (Bilancio), segretario d’aula del Pd, il più stretto collaboratore del capogruppo Anna Finocchiaro. Nel 2013 è stato eletto alla Camera dopo aver vinto le primarie di coalizione nella provincia di Chieti.
PESCARA Sottosegretario Giovanni Legnini, come ha spiegato agli elettori del Pd la nascita del governo Letta? «Questo Governo è nato in conseguenza dell'assetto politico-parlamentare deciso con il voto dai cittadini ed è stato determinato dal rifiuto di una componente, il M5S, di qualunque collaborazione con la prima forza: il Pd. La forte volontà del Presidente della Repubblica e l'urgenza dei problemi del Paese ci hanno persuaso che questa fosse l'unica strada percorribile in questo momento storico. Adesso, con la guida innovativa e solida del Presidente Enrico Letta, abbiamo il dovere di produrre i cambiamenti da troppo tempo attesi dal Paese, ovvero la risposta ai problemi urgenti quali la Cig e la soluzione dell'ingorgo fiscale; un piano straordinario per il lavoro dei giovani e la crescita; la riforma delle Istituzioni e della politica nonché la nuova legge elettorale. O si realizzano, con il concorso di tutti, questi ambiziosi obiettivi oppure bisognerebbe prenderne atto». Le sue sono deleghe pesanti. «Mi sono state attribuite deleghe importanti quali l'Attuazione del programma di Governo, in precedenza affidato ad un ministro, l'Editoria e la Comunicazione istituzionale del Governo. Sento la grande responsabilità di assolvere al mandato di Governo affidatomi e di farlo in un contesto politico ed economico-sociale molto difficile e senza precedenti». Rispetto al suo ruolo di parlamentare abruzzese, come pensa di lavorare? «Sento la responsabilità di rappresentare nel Governo la nostra Regione e di contribuire, con il concorso di tutti, a dare risposte urgenti ai problemi e alle aspettative, ovviamente, considerando che sono membro di un governo di grande coalizione che comprende il Pdl, partito che governa in Abruzzo e contro il quale ci contenderemo fra qualche mese la guida della Regione. Seguirò una sola bussola: affrontare e risolvere i problemi senza annunci inconcludenti e senza polemiche. Il ché non significa rinunciare all'esercizio delle funzioni di direzione politica ma solo tenerle distinte dall'esercizio dell'attività di Governo accogliendo l'invito del Presidente Letta a non essere di parte». Quali sono le emergenze in agenda per la nostra regione sulle quali il governo può intervenire? «Le emergenze sulle quali stiamo già lavorando sono quelle del rifinanziamento della ricostruzione, ascoltando il grido di dolore dell'Aquila e del cratere e, producendo finalmente fatti concreti, e quello ambientale legato alla forte volontà di impedire la petrolizzazione del nostro mare anche a mezzo dell'istituzione del Parco della Costa Teatina. Sono in costante dialogo con i Ministri competenti e ho la ferma intenzione di coinvolgere tutti i parlamentari abruzzesi. A seguire, dovremo affrontare i molteplici nodi legati alle infrastrutture, Porto di Pescare e fondovalle Sangro in primis e al grande tema del trasporto ferroviario. E poi il problema dei problemi: il lavoro. Subito il rifinanziamento della Cig, seguire le crisi aziendali aperte e il piano straordinario per il lavoro dei giovani che costituisce la priorità del Governo Letta». Riuscirà l’Abruzzo a ricevere più attenzione dalla politica nazionale? «L'Abruzzo non può più essere fanalino di coda nelle politiche nazionali e deve riconquistare lo spazio che merita nell'attuazione dell'azione di Governo. Io lavorerò perché questo avvenga». Nella squadra di governo c’è anche un ministro eletto in Abruzzo, nel Pdl. «La presenza del Ministro Quagliariello certamente contribuirà a raggiungere l'obiettivo di rappresentare nel modo migliore possibile le istanze della nostra Regione». Quali sono le prospettive per il Paese? «Il messaggio che vorrei lanciare agli abruzzesi è di fiducia, possiamo fidarci del Governo Letta. I dossier aperti sono troppi e sono andati accumulandosi nel corso degli anni. Bisogna riprenderli uno per uno, con pazienza e stimolare i ministri competenti e le rispettive strutture ad assumere le decisioni che tutti ci attendiamo».