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Pescara, 18/12/2025
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Data: 16/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Trasporti, addio tagli. I dirigenti tornano al vecchio stipendio. Ruffini (Pd): illegittima la decisione delle società regionali. Russo (Gtm): rispettata una sentenza della Consulta

PESCARA Duello in punta di diritto e di portafoglio tra Pd e giunta regionale sui tagli e successive rivalutazioni degli stipendi dei dirigenti delle società regionali di trasporto. Una legge regionale (la numero 1 del 2011) sull’onda delle misure nazionali anti-deficit aveva imposto a decorrere dal 1° gennaio 2011 e sino al 31 dicembre 2013 tagli agli stipendi dei direttori e dei dirigenti delle società locali di trasporto Arpa, Sangritana e Gtm. La riduzione era molto prudente: del 5% la parte eccedente i 90mila euro l’anno lordi, e del 10% la parte eccedente i 150mila euro In ogni caso la legge si premurava di tutelare le buste paga dei dirigenti stabilendo che «il trattamento economico complessivo non può essere comunque inferiore a 90.000 euro lordi annui». La legge venne applicata (con risparmi modesti visto che gli stipendi di direttori e dirigenti sono quasi tutti tra i 90 e i 120mila euro lordi l’anno) e poi disapplicata dai dirigenti perché intervenne una sentenza della Corte costituzionale (la numero 223/2012) che, prendendo le mosse da un ricorso dei magistrati, dichiarò illegittima la trattenuta del 2,50% del Tfr operata nelle buste paga dei lavoratori del settore pubblico dal 1° gennaio 2011 in poi. L’illegittimità della norma fu estesa a tutti i dipendenti pubblici e venne trasferita per un automatismo che il Pd regionale contesta anche alle società di trasporto dell’Abruzzo Per il consigliere regionale Pd Caudio Ruffini «è una singolare vicenda che dimostra ancora una volta che questa giunta regionale non è in grado di prendere decisioni e di farle rispettare, in barba alla volontà del Consiglio regionale e, presumibilmente con il solo avallo dei rispettivi Cda, i dirigenti hanno disatteso tale disposizione applicando addirittura il recupero delle somme con effetto retroattivo». «Da quanto ci risulta» spiega ancora Ruffini «la riduzione dei trattamenti economici del direttore e dei dirigenti delle società di trasporto pubblico locale di cui la Regione è socio unico o controllante sembrerebbe trovare fondamento esclusivo nella legge regionale che estende la riduzioni ad altri soggetti, la cui invalidità può essere dichiarata dalla sola Corte costituzionale e la cui disapplicazione non può essere operata dalla pubblica amministrazione invocando a sostegno la sola sentenza relativa alla disposizione statale». «In sostanza» conclude Ruffini «la norma regionale è leggittima, non essendo stata impugnata dal Governo, e deve essere fatta rispettare così come ha deciso il legislatore regionale perché tuttora vigente». Le società regionali di trasporto hanno invece accolto la richiesta dei dirigenti. Il presidente della Gtm Michele Russo ritiene «vergognosa» la polemica del Pd: «C’è una sentenza della Corte costituzionale che rende illegittimi quei tagli», dice Russo, «nel caso della Gtm i dirigenti sono tre. Il direttore generale (che è di nomina politica, ndr) ha concordato con noi di non applicarsi il ripristino della parte tagliata, gli altri due dirigenti a servizio hanno chiesto il ripristino. Io sono un amministratore di buon senso e non posso rifiutarmi, perché mi avventurerei in una controversia perdente, perché loro ne hanno diritto, visto che queste sentenze toccano accordi sindacali nazionali. Ma detto questo, bisogna chiedersi di cosa stiamo parlando: di un aumento di 600 euro lordi all’anno in una azienda dove ci sono stati sprechi di milioni euro che io ho combattuto e sanato anche grazie all’aiuto dei dirigenti».

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