ROMA Soluzioni provvisorie sia sull’Imu che sulla cassa integrazione in deroga. Il decreto legge che il Consiglio dei ministri approverà oggi si limita ad affrontare le emergenze più immediate senza dare indicazioni definitive sulle scelte future. In particolare per quanto riguarda l’imposta sugli immobili la sospensione della rata di giugno riguarderà solo le abitazioni principali e quelle Iacp (ossia degli stessi Comuni) in vista di una riforma complessiva della tassazione. Il termine per il pagamento sarà spostato a settembre oppure a ottobre (come ha spiegato il ministro degli Affari regionali Delrio sono state valutate entrambe le ipotesi). Ma prima di allora, già entro la fine di luglio o al massimo i primi di agosto, dovrà essere definito il nuovo assetto del prelievo locale sugli immobili: obiettivo decisamente ambizioso per conseguire il quale il governo punta a riprendere in mano il disegno del federalismo fiscale.
Un punto che è stato chiarito riguarda i Comuni: il costo del rinvio dell’Imu di giugno non ricadrà su di loro nemmeno sotto forma di pagamento degli interessi corrispondenti a questo lasso di tempo: sarà lo Stato a farsene carico, dopo aver predisposto le anticipazioni finanziarie necessarie a coprire l’ammanco di liquidità. Questa garanzia politica però, a detta dei sindaci ricevuti ieri a Palazzo Chigi, non risolve le difficoltà tecniche delle amministrazioni che nei prossimi giorni dovrebbero predisporre i propri bilanci su base il più possibile certe. L’Anci tra l’altro lamenta anche la mancata soluzione di un contenzioso pregresso sul tema dell’Imu, valutando che secondo i dati più aggiornati nel passaggio dalla precedente Ici alla nuova imposta sia venuto a mancare circa un miliardo.
ACCORPAMENTI IN VISTA
Quanto al futuro, la complessità dell’operazione si mescola con i vincoli politici. Per uscirne, l’esecutivo pensa di ripartire dal disegno del federalismo fiscale, riportando in qualche modo l’orologio indietro fino al dicembre 2011; quando cioè il governo Monti, dovendo mettere insieme in poco tempo risorse certe per la correzione dei conti, potenziò ed estese all’abitazione principale un’imposta nata come leva finanziaria complessiva per i Comuni, dirottandone il gettito verso lo Stato. In questa logica potrebbero essere accorpate l’Imu, la Tares, ed anche le imposte sui trasferimenti; alla prima casa sarebbe assicurato un sostanziale vantaggio per la maggior parte dei contribuenti.
Non ci sarà invece nessun rinvio per gli immobili delle imprese: il governo si è reso conto che non era praticabile concedere la sospensione solo ad alcune categorie, e d’altra parte un provvedimento generalizzato si sarebbe rivelato insidioso oltre che costoso. Anche per capannoni ed altri immobili produttivi ci sarà una revisione del prelievo, che potrebbe portare alla deducibilità dell’imposta da quella sul reddito. Proprio ieri aveva messo le mani avanti il presidente di Confcommercio sostenendo che sarebbe «discriminatoria» un’agevolazione riservata ai capannoni ma non ai negozi. Mentre il numero uno di Confindustria Squinzi ha ricordato che la revisione dell’Imu dovrà riguardare le imprese e non solo i proprietari di casa.
PRIMA TRANCHE
Per il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga il governo stanzierebbe invece 700-800 milioni, racimolati tra fondi per la formazione, risorse comunitarie, incentivi alla decontribuzione dei salari, con l’aggiunta di qualche taglio ai ministeri. Un’eventuale ulteriore tranche potrebbe arrivare in seguito. Ma dovrà essere impostata, come ha ribadito il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, una revisione di questo strumento, finalizzata ad intervenire sui criteri con cui viene assegnato: obiettivo è fare in modo che si faccia ricorso alla Cig in deroga solo nei casi di effettiva necessità.