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Data: 17/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Allarme dei governatori delle Regioni: «Il Patto di stabilità uccide il Paese»

ROMA Il killer ha un nome e un cognome, si chiama ”Patto di stabilità” . Sta uccidendo lentamente Comuni, Regioni, il Paese stesso. Non hanno dubbi i governatori di Lombardia, Lazio, Puglia e Veneto che adesso lanciano una sorta di «larga alleanza» per sollecitare il governo a intervenire al fine di invertire una marcia che porterebbe inesorabilmente all’asfissia. Altro che crisi. La prima risposta dell’esecutivo per ora è un incontro, fissato per la mattina di lunedì 27 maggio.
Nichi Vendola e Nicola Zingaretti, in conferenza stampa (assenti giustificati Roberto Maroni e Luca Zaia), usano toni forti per disegnare un quadro allarmante e prospettive quasi drammatiche: «Il Patto di stabilità è cieco e demenziale, la cura sta uccidendo il paziente, stiamo morendo». Quella del presidente della Regione Puglia è una tirata durissima: «Siamo di fronte ad una condanna a morte, il cappio al collo si è stretto sempre di più e siamo al punto in cui l’osso si sta spezzando. Non possiamo sopravvivere. Bisogna dire la verità». Quella di Vendola è chiara, inequivocabile: «L’Europa ha usato la medicina sbagliata, la sofferenza di oggi è figlia delle risposte errate date alla crisi del 2008, ovvero il blocco della spesa. Il governo non può scodellare la minestra, non può inventare risorse che non ci sono». Il governatore della Puglia mette poi in guardia rispetto alle politiche depressive adottate dai vari Paesi: «Minacciano la democrazia e non possono essere contestate in chiave sentimentale e poi essere lasciate intatte. L’Europa ha imboccato la strada della propria dissoluzione».
Solo appena più sfumati i toni di Zingaretti che parla di una «situazione delirante» e chiede che dal Patto di stabilità vengano escluse almeno le spese sui cofinanziamenti per i fondi europei. Sicuro, Regioni e Comuni non si rassegneranno a «morire» senza almeno tentare una reazione. «Non escludiamo altre iniziative di mobilitazione, non faremo spegnere i riflettori». Quella lanciata da Zingaretti è una promessa, ma anche una minaccia. Comunque ha una valenza fondamentale perché in questo momento si sta cercando di ridefinire «la politica economica e sembra avere prevalenza il tema dell’Imu e il giusto tentativo di una politica per la crescita». «Dietro ai freddi numeri - puntualizza il presidente del Lazio - ci sono i suicidi e il terrore delle famiglie che non ce la fanno».
LE CIFRE
Già i numeri. I vincoli del Patto hanno provocato una diminuzione della spesa a disposizione delle Regioni che è passata da 35,3 miliardi del 2007 ai 20,1 miliardi del 2013, con una riduzione del 45% delle risorse disponibili. A livello pro capite, la spesa media è scesa dagli 836 euro del 2007 ai 390 euro del 2013. La Regione in cui i vincoli del Patto hanno pesato di più è il Lazio, dove la spesa pro capite, nel periodo considerato, è scesa da 1.016 a 354 euro (-64%).
Tra le Regioni in cui, invece, il Patto ha pesato meno della media, c'è la Lombardia, dove la spesa pro capite è scesa da 475 a 322 euro (-30%), oltre all'Emilia Romagna (-29%).
Non è certamente migliore il bilancio dei Comuni. Con l’allentamento del Patto, infatti, «dal 2014 i problemi strutturali saranno esattamente gli stessi» - spiega Alessandro Cattaneo, presidente facente funzioni dell’Anci - con un contributo richiesto ai Comuni di 4,5 miliardi». Gli stessi Comuni propongono di passare «immediatamente» dall’avanzo al pareggio di bilancio come regola stabile del Patto, che comporterebbe equilibrio di parte corrente e limite al deficit, per liberare gli investimenti.

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