Iscriviti OnLine
 

Pescara, 18/12/2025
Visitatore n. 750.317



Data: 17/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Cialente, un nuovo attacco a Chiodi. Il sindaco: i fondi non arrivano perché l’ex commissario ha fatto credere al governo che di soldi ce n’erano anche troppi

FOSSA. I Comuni del cratere non seguono L’Aquila capoluogo e almeno per ora rinunciano alla scheda parametrica. È questa la principale novità che emerge dal provvedimento a firma del titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (Usrc), Paolo Esposito. Ne dà notizia Abruzzo web. Con tale provvedimento si è voluto disciplinare, in via transitoria, le procedure per il riconoscimento del contributo per gli interventi nell’edilizia privata per i comuni del cratere, ad esclusione , per l’appunto, dell’Aquila. La richiesta della scheda parametrica relativa ai progetti di riparazione degli immobili è quindi rinviata. «Con successivo atto» si legge infatti nel provvedimento «verrà disciplinato il modello parametrico, secondo quanto previsto dall’articolo 4 del Dpcm del 4 febbraio 2013». Una scelta che il titolare dell’ufficio speciale, che ha sede a Fossa, ha condiviso con il coordinatore dei sindaci del cratere, Emilio Nusca, e con gli amministratori rappresentanti delle aree omogenee.
L’AQUILA Il consigliere comunale Enrico Verini afferma: «Ho presentato in Comune, la mia proposta di modifica dei criteri per gli aventi diritto ad una abitazione Map o Case, in favore dei giovani, in particolare donne, coppie, genitori. Purtroppo, a 4 anni dal sisma, nessuno si è mai preoccupato di modificare gli originali criteri per l'assistenza alla popolazione che, è bene ricordarlo, fotografavano la situazione familiare degli aquilani alla data del 6 aprile 2009. Sono passati 4 anni e quelli che all'epoca erano poco più di bimbi di 14 anni e più, oggi sono entrati nella maggiore età e in alcuni casi hanno deciso di uscire dalla famiglia di origine, formandosene una propria, sia attraverso la contrazione di un matrimonio, ma anche attraverso una semplice convivenza, da non molto regolamentare dal nostro comune, con l'istituzione del registro delle coppie di fatto. In alcuni casi infine, giovani donne sono diventate anche madri. Tutte queste situazioni, diventano incompatibili con la vita comune presso le famiglie di origine e, prima di oggi, nessuno si era premunito di proporre di eliminare il divieto vigente che impedisce la disgregazione dei nuclei familiari di origine, impedendo alle "nuove" famiglie di vivere in una abitazione a loro assegnata».
L’AQUILA «I soldi del gioco del Lotto che la legge 77 assegnava all’Aquila hanno fatto la fine dell’accise per la guerra dell’Abissinia, finendo in un calderone comune da cui sarà difficile tirarli fuori». A parlare è il sindaco Massimo Cialente all’indomani del doppio incontro a Roma, al Senato per l’audizione congiunta delle commissioni Ambiente e Lavori pubblici del Senato, e a palazzo Chigi al tavolo interministeriale. Il sindaco commenta una situazione di stallo da cui si può uscire solo con la certezza sui fondi, magari recuperando quanto disposto sulla carta per le aree del cratere: il gioco del Lotto avrebbe dovuto portare un miliardo e 400 milioni all’Aquila e, invece, sono arrivati solo 200mila euro. Il miliardo promesso non c’è ancora e le bandiere restano nei cassetti, con buona pace del leader dell’opposizione Giorgio De Matteis e del suo tentativo di riposizionarla sulla facciata della sede comunale di Villa Gioia. Dal secondo piano dell’edificio, Cialente si definisce in «vigile attesa» del miliardo annunciato dal tavolo interministeriale da reperire attraverso un mutuo con la Cassa depositi e prestiti. Ma prima c’è da fare i conti con Eurostat, Eurofin e la procedura di infrazione europea che pesa sui debiti contratti dalla Cassa depositi e prestiti che in Emilia Romagna funziona benissimo. «Vasco Errani ha ottenuto i sei miliardi per il sisma in Emilia perché si è chiuso per tre giorni dentro palazzo Chigi e l’ex premier Monti, pur di non vederlo girare per i corridoi, gli ha concesso i fondi», sottolinea Cialente. Sindaco, qui come sono andate le cose? «Ricostruiamo i tempi. A giugno dello scorso anno il Comune dell'Aquila scrive al governo, rappresentato dal commissario Chiodi dicendo che i soldi sono finiti. Però non succede niente: Chiodi non dà segni di vita. A questo punto continuo a insistere con il ministro Barca chiedendo un miliardo per il 2013 a sostegno della legge di stabilità». Che risposta ha dato il governo? «Da Roma non abbiamo ottenuto nulla. Ci hanno detto: voi avete troppi soldi in Abruzzo perché Gianni Chiodi, il primo di settembre ha rimandato indietro 447 milioni». Quali sono le priorità adesso? «La priorità è ottenere questi 1,4 miliardi richiesti per far ripartire subito il cronoprogramma dall’asse centrale. Utilizzeremo i 500 milioni della delibera Cipe per lavorare nelle aree a breve. Bisogna comunque intervenire nelle frazioni più danneggiate, Onna e Tempera. Dopo di che bisognerà dove trovare 9 miliardi in cinque anni. Serve anche una legge di iniziativa popolare».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it