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Data: 17/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Disabili e dimenticati I diritti negati scendono in piazza

PESCARA «Non c'è cosa peggiore di una malattia che entra in una famiglia e la distrugge. Davanti a queste cose non si può non dare una risposta. In uno Stato civile e democratico è fondamentale prestare attenzione alle categorie con problemi». Così il presidente dell'associazione Carrozzine determinate, Claudio Ferrante, spiega le ragioni della manifestazione "I diritti negati scendono in piazza", che si è svolta ieri a Pescara. All'iniziativa, promossa dalla Cgil, dalla Fp Cgil del capoluogo e dallo Spi-Cgil regionale, hanno aderito decine di associazioni, oltre a operatori del sociale e addetti ai lavori. Un migliaio di persone provenienti da tutto l'Abruzzo, sfidando anche la pioggia, hanno sfilato in corteo per le vie del centro di Pescara, tra bandiere, striscioni, cori e slogan, per dire basta ai tagli indiscriminati al sociale. A manifestare, in prima fila, decine e decine di disabili in carrozzina, come Annalisa Frasca, 34enne di Bussi sul Tirino, che, nonostante le oggettive difficoltà, non riesce ad ottenere dal Comune l'assegnazione di un alloggio popolare. «Lo Stato e la Regione hanno tagliato il 95% dei fondi», hanno ripetuto più volte i manifestanti, i quali hanno contestato anche il debito di 25 milioni di euro che la Regione Abruzzo ha accumulato, tra il 2010, 2011 e 2012, nei confronti degli ambiti sociali. L'ira è esplosa quando, una volta raggiunta la sede della Regione in viale Bovio, i dimostranti non hanno trovato alcun rappresentante delle istituzioni ad attenderli. L'assessore regionale alle Politiche sociali, Paolo Gatti, assente per motivi istituzionali, dopo la manifestazione si è detto disponibile a un incontro, sottolineando, comunque, che all'origine di una «situazione sicuramente difficile»ci sono politiche nazionali e non regionali. «Il debito che la Regione Abruzzo ha, di 15 milioni di euro e non di 25», ha detto Gatti, «deriva dai tagli statali e noi, come è noto, abbiamo già erogato otto milioni di euro aggiuntivi, mentre siamo al lavoro per trovare altre risorse». «Questa manifestazione deve avere una risposta. Il presidente Chiodi parla di Regione virtuosa», ha osservato il segretario della Cgil Pescara, Paolo Castellucci, «quando abbandona le persone che più hanno bisogno d'aiuto; di virtuoso non c'è nulla. L'iniziativa odierna non è la fine di un percorso, ma soltanto l'inizio». Il segretario dello Spi-Cgil, Giovanna Zippilli, ha invece auspicato che "il nuovo governo nazionale possa promuovere il cambiamento di rotta di cui c'è bisogno». Per il segretario di Rifondazione comunista, Corrado Di Sante, è «indegno che a pagare la crisi siano i disabili, i malati e i pensionati». Niclo Durante, esponente di LegaCoop e padre di un bimbo disabile, ha evidenziato come «lo stato sociale sia stato smantellato e, nonostante questo, noi abbiamo continuato a lavorare, con amore, offrendo aiuto a chi ne aveva bisogno, pur non essendo pagati da mesi». Grandi assenti i Comuni, a eccezione dell'assessore di Civitaquana, Francesco D'Agresta, secondo cui «gli enti locali avrebbero dovuto essere qui in prima fila perché questa è una battaglia di tutti».

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