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Pescara, 18/12/2025
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Data: 18/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Casa Tassa rivista con la Tares. Imprese, verso la deducibilità. I Comuni compensati con anticipazioni di tesoreria, interessi a carico dello Stato

ROMA Mettere a punto una riforma complessiva della tassazione sugli immobili, che comprenda anche la revisione del tributo sui rifiuti e per quanto riguarda le imprese la deducibilità dell’Imu dalle imposte sul reddito. Il governo punta a raggiungere questo obiettivo entro il prossimo 31 agosto e nel frattempo sospende la rata di giugno per le abitazioni principali e per terreni agricoli e fabbricati rurali. Se invece l’impegno non sarà mantenuto - a parte le conseguenze politiche - i contribuenti beneficiari del rinvio dovranno versare entro il 16 settembre quanto risparmiato a giugno.
IMPOSTA SUI SERVIZI
Con il decreto approvato ieri il governo conferma insomma la linea già annunciata da Enrico Letta nel discorso per il voto di fiducia: affrontare il tema dell’Imu in un ambito più generale per renderlo maneggevole. Di qui l’idea di collegare l’imposta con la Tares, in modo da ridurre sensibilmente il prelievo per la maggior parte dei contribuenti, ma non annullarlo. Del resto proprio un provvedimento messo a punto dal governo Berlusconi nell’autunno del 2011, pochi giorni prima del passaggio di consegne con Monti, prevedeva a fronte dell’esenzione Imu per l’abitazione principale un prelievo relativo a servizi generali erogati dai Comuni, per tutte le abitazioni, oltre al tributo sui rifiuti.
Intanto però a giugno non pagheranno l’imposta 17,8 milioni di proprietari di abitazione principale (i quali però possono naturalmente possedere altri immobili per i quali l’Imu è dovuta, come una seconda casa). La sospensione riguarda anche le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dai soci assegnatari, e gli alloggi assegnati dagli istituti autonomi per le case popolari (Iacp). Esclusi invece dal rinvio, anche se utilizzati come abitazione principale, i fabbricati delle categorie A/1 (abitazione di tipo signorile), A/7 e A/8 (ville, castelli e palazzi storici). Niente Imu anche per i terreni agricoli, possieduti da circa 600 mila contribuenti e per i fabbricati rurali (300 mila contribuenti).
IL MANCATO INCASSO
Il gettito che viene a mancare ai Comuni è di circa 2,2 miliardi, che saranno compensati con maggiori anticipazioni di tesoreria. Il costo dei relativi interessi è di 18,2 milioni, a carico dello Stato.
A giugno invece non ci sarà nessuna novità per le imprese (escluse appunto quelle agricole) che dovranno versare l’Imu sugli immobili di proprietà: capannomi, uffici, negozi, laboratori, alberghi e così via. Il governo prospetta però che nel nuovo assetto della tassazione immobiliare sia introdotta la deducibilità dell’Imu ai fini di Ires e Irpef. Resta da capire in che misura e su quali immobili: nel testo del decreto entrato in Consiglio dei ministri si parlava genericamente di quelli utilizzati per le attività produttive mentre il comunicato finale di Palazzo Chigi si riferisce solo a «capannoni e fabbricati industriali».

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