ROMA «La sinistra era sicura di vincere e invece deve fare i conti con il nostro programma...». Proprio mentre Enrico Letta e Angelino Alfano presentano in conferenza stampa il compromesso raggiunto nel governo su Imu e Cig e annunciano l’abolizione del doppio stipendio di ministri, viceministri e sottosegretari anche parlamentari, Silvio Berlusconi ricorda la «vigorosa rimonta» del Pdl che ha costretto il Pd ad ingoiare le larghe intese, mette il cappello sui provvedimenti varati ieri e detta l’agenda al governo. Messo all’angolo dai processi, il Cavaliere reagisce come se fosse in campagna elettorale e ricorda i punti del programma del Pdl. Si comincia con l’Imu, «è il nostro primo successo perché già a giugno non dovremo più pagarla». Poi c’è l’Iva «che non deve aumentare» mentre al «mostro Equitalia dobbiamo tagliare le unghie». Ma non è finita. Berlusconi mette nel piatto anche la «completa detassazione delle nuove assunzioni» mentre per le imprese chiede il «superamento del sistema delle autorizzazioni preventive». E la giustizia? Il Cavaliere non ne parla ma precisa che questi sono solo «alcuni» dei provvedimenti che il centrodestra «vuole portare a casa». Ce n’è quanto basta per trasformare lo spirito bipartisan che al mattino anima la conferenza stampa del governo in una sorta di tregua armata raggiunta dopo giorni di fibrillazione non solo sull’Imu ma anche sull’ineleggibilità del Cavaliere. Letta, insomma, deve sapere che il suo governo non corre rischi se fa quel che Berlusconi ha promesso in campagna elettorale. E pazienza se il premier dice esattamente il contrario. E cioè che che il governo è stato semplicemente coerente con quanto detto il giorno del suo insediamento. «Con grande nettezza diamo conseguenza al discorso che abbiamo fatto in Parlamento» spiega Letta, che si dice fiducioso sul fatto che l’Ue «coglierà gli sforzi che l’Italia sta facendo per rimanere virtuosa» e aggiunge che il decreto varato ieri dà al governo 100 giorni di tempo per «articolare» la riforma dell’Imu che «è fondamentale perché c’è bisogno di fiducia e di calo della pressione fiscale». A ridimensionare l’euforia di Berlusconi è invece Guglielmo Epifani, che invita i “falchi” del Pdl a «non mettere mine e ostacoli sulla strada del governo» e chiede al Cavaliere di non gonfiarsi il petto. «Vedo che Berlusconi si intesta parte del merito ma il merito è del governo» puntualizza il segretario del Pd, che definisce il decreto su Imu e Cig solo «un primo passo» ma comunque necessario: «Lavoreremo per una rapida approvazione delle misure». Ad essere soddisfatti sono anche Roberto Speranza («Bravo Letta. Dal governo atti concreti per i cittaduini») e Cesare Damiano: «E’ stato premiato il lavoro del Pd». Ma a cantare vittoria sono soprattutto gli esponenti del Pdl , a cominciare dal vicepremier Angelino Alfano: «Non esprimo grande soddisfazione ma grandissima perché la prima palla del governo è andata in gol». Al coro si aggiunge Renato Brunetta, che due giorni fa aveva indicato agosto come termine ultimo per la soluzione della questione Imu e adesso promuove a pieni voti il governo: «Bravi Letta, Alfano, Saccomanni». Chi non è affatto convinto è Roberto Maroni, che sull’Imu vede solo «un grande bluff» mentre i segretari generali di Cgil e Uil, Camusso e Angeletti, contestano che una parte dei soldi per finanziare la Cig vengano presi dai premi aziendali e dai fondi per la formazione professionale:«E’ inaccettabile. I soldi non si possono prendere dal lavoro». Sull’Imu, invece, la posizione più critica è quella del M5S: «Questo è il decreto degli struzzi. Il governo fa come i grandi uccelli che non volano: infila la testa sotto la sabbia e rinvia la soluzione a data da destinarsi».