Chiamati da Sulmona Unita sulla proposta di avanzare una richiesta di rinvio delle elezioni amministrative i sei candidati sindaci si dividono. Da una parte Enea Di Ianni, del centrodestra, con Alessandro Lucci (Sbic) e Gianluca De Paolis, del M5S, si dicono disponibili ad accogliere la richiesta della coalizione di Fulvio Di Benedetto. Contrari invece sono Peppino Ranalli, del centrosinistra, Palmiero Susi, di Sulmona Abruzzo e Luigi La Civita (Pdl). Nella sede del comitato elettorale di Sulmona Unita, nel cuore di corso Ovidio, una giornata convulsa si conclude solo nella tarda serata con un nulla di fatto. Poco prima in piazza XX Settembre il M5S rinuncia al suo comizio in omaggio alla memoria del candidato sindaco deceduto appena tre giorni fa. I grillini issano uno striscione sul palco e motivano il loro silenzio "per Fulvio". Ma davanti all’immagine che campeggia sulla vetrina del comitato elettorale, con Di Benedetto sorridente e la scritta "Grazie Fulvio", l’unità auspicata dalla coalizione centrista resta una chimera. Entrano quasi di soppiatto i candidati sindaci nella sede in pieno centro, mescolandosi tra la gente a passeggio lungo il corso. Nella sede con i candidati sindaci entrano esponenti delle coalizioni in campo. Si sta stretti intorno al tavolo della piccola stanza. Ma non è quello che rende subito l’aria pesante. Sulmona Unita ribadisce la sua proposta. Si chiede ai candidati sindaci di avviare almeno un tentativo di ottenere dal Ministero dell’Interno un rinvio delle elezioni. Lo scopo è quello di restituire serenità al clima elettorale e alla città scossa dal dramma consumatosi mercoledì mattina. Solo un rinvio, insiste Sulmona Unita, potrà garantire condizioni paritarie a tutte le coalizioni in lizza. Perché resta in lizza anche la coalizione appartenuta a Fulvio Di Benedetto. La par condicio è il senso della proposta di Sulmona Unita, che ha perso nel dramma il suo candidato. Per uno slittamento anche di breve periodo, in un arco di tempo tra i trenta e sessanta giorni, si pronunciano subito il centrodestra con Sulmona Bene in Comune e i grillini che per primi hanno lanciato l’idea di un fermo elettorale. Più cauti e freddi verso l’ipotesi di rinvio appaiono invece tutti gli altri. "Solo un decreto legge preparato in breve tempo dal ministero dell’interno garantirebbe un rinvio certo - precisa Ranalli - in assenza di una soluzione di questo genere bisogna solo andare avanti, come già chiarito dalla prefettura". Anche Susi e La Civita appaiono perplessi al pensiero di un rinvio elettorale. "Prima dobbiamo essere d’accordo politicamente - chiarisce Mimmo Di Benedetto, candidato di Sulmona Unita ed ex consigliere comunale - poi la strada che tecnicamente ci assicuri il percorso da compiere per arrivare ad un rinvio la troveremo". Il suo è quasi un appello rivolto ai candidati sindaci che si mostrano contrari al rinvio. E' il tentativo forse estremo per uscire dalla paralisi della contrapposizione senza sbocchi. Ma il tentativo sembra rivelarsi inutile. "Temiamo che un rinvio delle elezioni possa portare la città ad un commissariamento lungo un anno, sarebbe un danno assai grave perpetrato alla città che attende di essere governata" ribatte l’ex consigliere comunale Filadelfio Manasseri. L’assemblea si scioglie tra rimbrotti, mugugni, tensioni che salgono. Sulmona Unita non dà segni di essere rassegnata ad elezioni senza garanzie, prive di par condicio e torna a riunirsi in nottata, per una nuova assemblea che segue quella tenuta nel primissimo pomeriggio. Solo oggi si saprà se la coalizione orfana del suo candidato sindaco ha in serbo altre azioni da esperire per ottenere il rinvio elettorale auspicato.