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Data: 19/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Fiom, migliaia in piazza «Il lavoro prima di tutto». Epifani non va, è scontro. Landini: la priorità non è l’Imu, Guglielmo perde un’occasione

La replica: «Importante non è stare nei cortei ma dare risposte»

ROMA Rieccole le tute blu. Riecco la rappresentazione classica della rabbia. «Non possiamo più aspettare», è lo slogan che apre il corteo e sintetizza l’urgenza. Il fatto nuovo, se vogliamo, è che accanto ai metalmeccanici ora ci sono i grillini in libera uscita dai blog nella piazza rossa. La stessa che servì a Beppe Grillo per chiudere le scorse elezioni. Ci sono loro, c’è la delegazione M5S guidata dai parlamentari Dino Alberti, Davide Tripiedi e Claudio Cominardi. Non c’è il Pd. O meglio: i democrat ci sarebbero. Ma quelli che sfilano da piazza delle Repubblica a San Giovanni per partecipare alla manifestazione della Fiom lo fanno solo «a titolo personale» mimetizzandosi nel corteo. Fanno eccezione i giovani democrat capitanati dal loro segretario, il deputato Fausto Raciti. Poco distante Fabrizio Barca, l’ex ministro neo tesserato che stringe la mano a Landini e si complimenta «bella piattaforma».
Prima che il corteo si metta in marcia il leader Fiom anticipati punti che gli stanno più a cuore. Dice che l’Imu «è una tassa fatta male ma non va cancellata per tutti e va mantenuta per le grandi proprietà». Che vede altre priorità: non aumentare l’Iva; detassare il lavoro dipendente; costruire un piano di investimenti e tassare i grandi patrimoni e le rendite finanziarie.
DICIAMO CENTOMILA
Sul numero dei manifestanti ci sarà sempre da discutere. Ma quando al segretario generale Fiom si chiede se 50 mila può essere una cifra congrua la risposta è «molti di più». Alla fine gli organizzatori diranno che erano almeno il doppio. E ci può anche stare includendo però turisti, curiosi, pellegrini e cittadini in transito. Poco importa. Già si sapeva che più delle presenze si sarebbero notate le assenze. «Avrei sperato che il mio partito ci fosse», mette il dito nella piaga l’ex segretario della Ggil Sergio Cofferati. accanto a lui i giovani turchi Matteo Orfini e Pippo Civati. E c’è anche il pm Antonio Ingroia di ritorno da Aosta. «Il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza mi ha telefonato ieri sera per dirmi che non poteva esserci ma che ci avrebbe lasciato un messaggio», riprende Landini. E chi non c’è? «Chi non c’è parla da solo - affonda il colpo il segretario Fiom - non capisco come si può essere al governo con Berlusconi e avere paura di essere qui». Parole rivolte principalmente al neo segretario pd Guglielmo Epifani, uno che ha passato la vita dietro striscioni e bandiere. «Non è scandaloso che non ci sia - prova a difenderlo il senatore pd Corradino Mineo - è molto più importante invece che Epifani apra a un confronto anche sulle posizioni della Fiom di cui il Pd ha bisogno».
ASSENTE INGIUSTIFICATO
«Il problema non è stare in piazza ma ascoltare la piazza e dare alla piazza le risposte», spiegherà qualche ora dopo Epifani. Non basta a spegnere la delusione di chi lo aspettava a San Giovanni. «Io non do consigli - dico solo che sono di sinistra - commenta gelido Nichi Vendola - se non vengo al corteo della Fiom non so dove altro potrei andare...». La scena però è tutta per Stefano Rodotà. Che riceve la tessera onoraria della Fiom. Che abbraccia sul palco Gino Strada. Che dice: «Il governo penalizza il dialogo a sinistra, voi vi state battendo per tutti coloro che adesso non hanno la forza di stare insieme». E la piazza metalmeccanica si scalda.

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