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Data: 19/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
A Roma 500 mila contribuenti col 730 da rifare. Allarme dei Caf sull’Imu: caos per 100 mila che hanno pagato

ROMA Tutti insieme, ma non certo appassionatamente. Sono quasi mezzo milione i romani che, in tempi strettissimi, dovranno rivolgersi nuovamente a Caf e commercialisti: per pagare l’Imu sulle seconde case e, in decine di migliaia di casi, rifare daccapo la dichiarazione dei redditi. «Siamo in una situazione di emergenza - sottolinea Roberto Violi, direttore dei Caf della Cisl nella Capitale - ci sono centinaia di migliaia di romani che devono pagare la prima rata dell’Imu sulle seconde case e gli altri immobili entro metà giugno: domani siamo al 20 maggio e ancora non ci sono certezze. È impossibile predisporre i moduli, senza conoscere nemmeno il codice del tributo».
LE CIFRE

La questione Imu tocca particolarmente Roma che, nel 2012, da sola ha contribuito per l’8 per cento all’intero gettito nazionale dell’imposta, con due miliardi e 95 milioni di euro: di questa torta, oltre un miliardo e mezzo arriva proprio dalle seconde case, con un incasso per lo stato di circa cinquecento milioni. Lo scorso anno il Campidoglio aveva fissato al 5 per mille l’aliquota sulle abitazioni principali (la soglia intermedia tra il 4 per mille di base e il 6 del tetto previsto dalla legge) portando alla quota massima (il 10,6 per mille) il prelievo sulle seconde case e gli altri immobili. «Quasi il 50 per cento delle persone residenti a Roma possiede una seconda casa, un negozio o un opificio», spiega il commercialista Oliviero Franceschi, vice presidente della commissione per l’analisi degli studi di settore dell’ordine romano della categoria. «Aspettiamo ancora la pubblicazione del decreto sulla Gazzette ufficiale - dice Franceschi - sperando che non ci siano ulteriori modifiche, anche se temo di sì». Se si considera che nella Città eterna sono 1.262.085 i contribuenti che hanno pagato l’Imu lo scorso anno (senza considerare le 35.315 persone giuridiche) risulta realistico pensare a circa mezzo milione di romani in attesa di sbrigare le pratiche necessarie, fino alla compilazione dei modelli F24 per il pagamento dell’imposta dovuta. Oltre un miliardo e 350 milioni è quanto è stato pagato dalle persone fisiche nella Capitale: con una media, tra prime e seconde case, di oltre mille euro a testa.
L’ALLARME

«Dopo i grossi ritardi per la consegna dei Cud ai pensionati, il caos dell’Imu ci sta rendendo la vita impossibile - sbotta Marco Galli, responsabile dei Caf della Uil a Roma e nel Lazio - E per fortuna noi abbiamo sconsigliato, a chi voleva farlo, di pagare l’Imu sulla prima casa facendo la compensazione sul 730». Chi lo avesse fatto, ricorda Galli, «se ha già consegnato il modello F24 alla banca, deve chiederne l’annullamento con una lettera raccomandata». Ma il vero problema sarà l’imposta sulla seconda casa. «Noi abbiamo detto a tutti di venire direttamente a giugno, per compilare i moduli per il versamento dell’Imu, e di evitare assolutamente di pagarlo con i crediti d’imposta sulla dichiarazione dei redditi - dice Sandro Grugnetti della Cgil - ma per fare tutto in tempi così brevi ci sarà il caos». I rimedi? «Credo che si debba prorogare il termine per la consegna della dichiarazione dei redditi dal 31 maggio al 30 giugno, se non addirittura alla prima metà di luglio - ipotizza Violi - Mentre per l’Imu, pur non potendo più spostare la data del 16 giugno, si dovrebbe concedere ai contribuenti di poter pagare per una decina di giorni dopo la scadenza, senza incorrere in sanzioni».

Allarme dei Caf sull’Imu: caos per 100 mila che hanno pagato
Corsa contro il tempo per l’acconto sulle seconde case: mancano i codici tributo e chiarezza sulle aliquote

ROMA È il solito paradosso all’italiana. Viene rinviata in extremis la tassa sulla casa e scoppia il caos. Come prevedibile, lo slittamento ha generato una gran confusione in un Paese che ha il record mondiale degli adempimenti fiscali. Ed ora per migliaia di contribuenti non sarà facile mettersi in regola, riscrivere la dichiarazione, pagare quanto dovuto. Insomma, c’è il rischio ingorgo. A lanciare l’allarme sono proprio i centri di assistenza fiscale che hanno messo in luce come sia scattata una corsa contro il tempo per pagare la tassa sulla seconda casa dopo il decreto del governo che ha cambiato le regole.
NUOVE REGOLE

Sono circa 7 milioni gli italiani che nelle prossime settimane si rivolgeranno ai Caf. Peccato che ad oggi non siano ancora disponibili i codici tributo, senza i quali non si può pagare, e non ci sia chiarezza sulle aliquote da applicare. Da qui la richiesta di una mini proroga rispetto alla scadenza del 16 giugno. Vista la situazione di incertezza è probabile che il governo possa pensare anche ad una proroga. Di certo la questione è aperta anche perché ulteriori interrogativi sono legati al varo della riforma complessiva. Ma di questo se ne riparlerà a fine agosto.
CHI HA AVUTO FRETTA

Ci sono oltre 100.000 contribuenti che hanno già pagato l'Imu sulla prima casa, facendo la compensazione nel 730. Adesso se vorranno recuperare quel credito fiscale dovranno rifare la dichiarazione dei redditi in fretta e furia, ovvero entro il 31 maggio. Anche qui i margini sono davvero stretti. E questo perché i centri di assistenza fiscale hanno dato ai proprietari di immobili gli F24 per i pagamenti telematici dell'Imu ma senza i cosiddetti «codici tributo» e senza altre indicazioni perché non si sapeva esattamente chi avrebbe pagato e chi no. Quasi scontato quindi che proprio dal coordinatore della consulta dei caf, Valeriano Canepari, arrivi la richiesta di uno slittamento. Spiega: «Quattro settimane di tempo, da oggi al 16 giugno, sono poche e abbiamo bisogno di organizzarci. Se poi non si può spostare la scadenza del 16 giugno chiediamo che per i 6-7 giorni successivi, per esempio fino al 25 giugno, la gente possa pagare l'Imu senza ulteriori sanzioni». Inoltre - aggiunge Canepari - ci auguriamo che l'Imu sulle seconde case possa essere pagata con le delibere dei Comuni già disponibili, ovvero quelle dello scorso anno perchè è troppo tardi ora per aspettare le delibere di quest'anno. Il rischio è che scoppi una confusione terribile». Purtroppo, sottolinea al Messaggero Claudio Siciliotti, ex presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti, ci «troviamo in una situazione di grande incertezza, come accaduto del resto altre volte, non si capisce soprattutto quello che accadrà a settembre con l’Imu e dove verranno reperite le risorse se la tassa verrà cancellata».
LA RIFORMA

Un altro tema aperto riguarda la fissazione al 16 settembre della rata da pagare anche per le case di abitazione, con o senza l’attesa riforma. «Considerato che il governo si è dato tempo fino al 31 agosto per la riforma della tassazione è impensabile che poi i cittadini abbiano solo 16 giorni di tempo per provvedere al pagamento dell'imposta», avverte Canepari che chiede di «spostare la scadenza almeno ad ottobre».

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