Giovannini: entro giugno il piano. Si parte con interventi a costo zero. Per i provvedimenti che necessitano di risorse si punta sul vertice di Bruxelles
IL PIANO
ROMA «Un piano articolato» da presentare entro giugno con «alcune misure a costo zero a breve termine» e altre costose da verificare con le compatibilità di bilancio. Poi «a medio termine» arriverà, aiutati anche dalla ripresa, il progetto per «redistribuire meglio il lavoro». A scandire il timing del pacchetto occupazione al quale sta lavorando il governo è il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, con un’intervista al Tg1 serale. Obiettivo: riportare la percentuale ”incubo” (quel 38,4% di giovani senza lavoro) a livelli decisamente più accettabili. Farla scendere di almeno 8 punti percentuali, creare circa centomila nuovi posti di lavoro.
Per riuscirci sul tavolo ci sono molte ipotesi, ma per ora ancora poche risorse. Giovannini evita di indicare cifre, ma ricorda due punti. Primo: la procedura Ue di infrazione per deficit eccessivo che dovrebbe essere chiusa a fine mese. «Dopo di che avremo maggiore flessibilità» dice. Secondo: la possibilità di una manovra economica ”estiva”. «Gli altri governi l’hanno sempre fatta» ricorda. Secondo le prime stime, per realizzare tutte le misure ritenute ”buone e giuste”, ci sarebbe bisogno di almeno 7-8 miliardi. Un plafond che potrebbe lievitare se si dovesse procedere, come sembra molto probabile, anche sul fronte previdenza, tra esodati e maggiore flessibilità sull’età pensionabile.
INCONTRO TECNICO
Per individuare le priorità irrinunciabili e irrevocabili, parte domani il tavolo con le parti sociali al ministero del Lavoro con le parti sociali. Sarà un incontro più tecnico che politico, tanto che non parteciperanno i big sindacali, ma i segretari confederali responsabili del settore lavoro, quindi molto addentro ai dettagli (Serena Sorrentino per la Cgil, Luigi Sbarra per la Cisl, Guglielmo Loy per la Uil). Anche le imprese manderanno i loro esperti di settore.
LE MISURE A COSTO ZERO
Sono le modifiche di alcune norme della legge Fornero sul mercato del lavoro, che potrebbero essere esaminate dal governo collegialmente già al prossimo consiglio dei ministri. Sotto la lente dei tecnici c’è il capitolo flessibilità in entrata: si lavorerà sull’allentamento di alcuni vincoli sui contratti a termine (intervallo di tempo tra un rinnovo e l’altro, causalone) e sull’apprendistato.
IL PACCHETTO BRUXELLES
Ci sono poi tutta una serie di misure al vaglio dei tecnici che costano: un nuovo rifinanziamento della cig in deroga in vista di una rivisitazione dei meccanismi di concessione dell’ammortizzatore; il potenziamento dei centri per l’impiego (il governo vuole richiedere la delega); l’intervento sul cuneo fiscale e le agevolazioni contributive per i neo assunti. Sul tavolo c’è anche un credito di imposta per i salari bassi. E si sta studiando l’efficacia e la fattibilità di un’altra misura, sulla quale spingono molto anche gli industriali: la staffetta generazionale. «Nel passato era molto usato in alcuni settori tra padri e figli. Noi pensiamo a uno strumento generalizzato per tutte le categorie. Non è facile costruire gli incentivi giusti. È un’operazione costosa, ma possibile» ha detto Giovannini. Si calcola che per centomila staffette serva un miliardo di euro. La scelta se attuare prima una misura piuttosto che un’altra dipenderà anche dai margini di flessibilità che ci consentirà Bruxelles, argomento che il premier Letta vorrebbe portare al Consiglio europeo di fine giugno.