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Pescara, 18/12/2025
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Data: 21/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Ricostruzione a rischio, troppi subappalti. La denuncia: in città sono arrivati degli avventurieri.

La Filca-Cisl propone una sorta di patente a punti per le ditte

L’AQUILA I soldi per la ricostruzione già sono pochi. E se quei pochi vengono spesi male o dati a ditte che utilizzano senza limiti il meccanismo del subappalto i rischi per la rinascita della città sono evidenti. Per ora le denunce esplicite (nel senso di fare nome e cognome, sono poche). Ma nel vocìo cittadino le lamentele da parte di chi avendo ottenuto il contributo sperava in poco tempo di rifarsi una casa, sono ormai all’ordine del giorno. Una arriva addirittura da un religioso, padre Giuseppe De Gennaro che in una nota in cui annuncia che «L’Università della Preghiera rappresenta una delle prime realtà sociali a tornare nella sede d’origine gravemente danneggiata dal sisma del sei aprile» non usa mezzi termini e dice di aver avuto problemi con le ditte coinvolte negli interventi. «Il nostro caso», ha detto De Gennaro, «può essere da esempio. Dopo il sisma, in città sono sbarcati degli avventurieri che pescano nel torbido e usano la ricostruzione per fare affari. Questa è la nostra denuncia». Il problema come al solito sta nei controlli anche se, come è noto, i privati possono affidare i lavori a chi vogliono e non sempre quello che le imprese (soprattutto di fuori regione) promettono poi diventa realtà. Quando la ricostruzione sarà (almeno si spera) a pieno regime le controversie che oggi sono ancora in numero limitato, esploderanno, con danni evidenti per tutti. Sulla questione ieri è intervenuta la Filca-Cisl attraverso il suo segretario provinciale Pietro Di Natale. «Il 60 per cento delle imprese edili che lavorano alla ricostruzione post-sisma arriva da fuori regione» dice Di Natale «con un meccanismo di subappalti che comporta, spesso, evidenti ritardi nell’erogazione degli stipendi alle maestranze e il mancato pagamento delle ditte fornitrici di materiale edile. Lo scorso 24 aprile abbiamo inviato una lettera al Prefetto Francesco Alecci, per chiedere una convocazione urgente: sul tavolo di discussione l’attivazione di un osservatorio sulla ricostruzione per monitorare i cantieri e verificare la legalità delle imprese che operano nel cratere. Oltre all’osservatorio sulla ricostruzione, la cui attivazione abbiamo già sollecitato all’Ance a fine 2011, in occasione del rinnovo del contratto integrativo dell’edilizia, proponiamo la patente a punti per le imprese, una sorta di sistema di qualificazione che prevede un punteggio, e il patentino del lavoratore, per evitare che vengano assunti operai con qualifiche inferiori. L’apertura di un tavolo di discussione con la Prefettura si rende necessaria per verificare il corretto utilizzo del Durc: uno strumento indebolito, in quanto non prevede più l’indicazione del committente dei lavori e della dislocazione del cantiere, rendendo impossibile la tracciabilità delle aziende». La Filca-Cisl sollecita, inoltre «l’attivazione dei controlli da parte degli organi ispettivi, degli uffici tecnici comunali e degli organi di polizia locale per impedire il dilagare del lavoro nero, dell’evasione contributiva e fiscale». Intanto il sindaco Massimo Cialente ha riposto per ora l’ascia di guerra e dice che aspetterà una quindicina di giorni e se poi non arriveranno i soldi (il famoso miliardo) scatenerà l’inferno (chissà che a bruciare non sia la città). Il sindaco ieri ha fatto anche sapere che i 225 milioni stanziati dal Cipe a dicembre sono arrivati e il Comune è pronto a distribuirli ai “fortunati” che ne hanno diritto.

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